Franco Serantini, un altro compagno assassinato

 

Gruppo Anarchico Bari "Azione Diretta"

 

Il cinque maggio, purtroppo, è un'altra data da aggiungere al nero registro delle violenze dello Stato borghese sulle vittime dello sfruttamento. Franco Serantini, quel giorno, era in piazza con i compagni per impedire che le carogne fasciste potessero parlare.

Vent'anni, studente, non avendo famiglia doveva lavorare per pagarsi la scuola; era ospitato in una stanza del carcere dei minorenni di Pisa, una stanza piena di libri che Franco leggeva con passione.

Era in piazza per dire no ai servi della violenza e dello sfruttamento, era in piazza per dire no allo stato borghese e per questo l'hanno ammazzato. Dieci carogne in divisa gli sono saltate addosso e l'hanno picchiato in tutte le maniere e con tutto ciò di cui disponevano; l'hanno picchiato col sorriso sulle labbra, sfogando i loro istinti bestiali. Lo hanno portato via sanguinante e più morto che vivo. Alla questura non l'hanno portato in infermeria, né tanto meno gli hanno fatto la visita di controllo, ma nelle condizioni in cui era, l'hanno "interrogato" e sbattuto in cella senza cure. Franco è morto ma i funzionari hanno fatto di tutto per nasconderlo. Né la stampa ufficiale né la televisione hanno pubblicizzato l'accaduto tutta intenta com'era a sbraitare di rabbia e di dolore per la morte del commissario capo Luigi Calabresi.

Noi no, non stiamo zitti, noi accusiamo di questo ennesimo assassinio tutto l'apparato capitalistico-borghese.

Noi non chiediamo la "Giustizia dei padroni", ma ci impegniamo a portare avanti sempre più duramente la lotta contro lo Stato borghese per una società libera dall'oppressione e dallo sfruttamento.

Come è morto Franco.

Il 5 maggio, alle ore diciotto, è cominciato il comizio del fascista Nicolai, che per altro ha potuto parlare indisturbato, viste le ingenti forze che lo stato aveva messo a sua disposizione. I compagni si sono riuniti lontano dal luogo del comizio; la polizia dopo aver compiuto opera di provocazione si è scatenata in cariche durissime con i consueti candelotti sparati ad altezza d'uomo, i caroselli di camionette, ecc. Franco Serantini è stato colpito duramente e ci sono parecchi testimoni a confermarlo, poi è stato arrestato assieme a cinque studenti greci, due giordani ed una donna.

In seguito è stato tradotto nella caserma della celere dove, nonostante fosse già malridotto, è stato, evidentemente, picchiato ancora. La mattina del 6 viene interrogato dal sostituto procuratore Sellaroli, in preda a fortissimi dolori alla testa.

E' morto il giorno dopo: in galera. Non era nemmeno stato ricoverato in ospedale: perché creare delle grane? Come motivare un ricovero urgente? Meglio lasciarlo crepare, i morti si sa non parlano e poi, se deve uscire fuori qualcosa, per carità che sia dopo le elezioni! Sarà meglio per tutti. Tanto più che si tratta di un giovane proletario. Franco muore. La questura telefona al Comune chiedendo un permesso di inumazione urgente per la salma di Franco Serantini. I poliziotti sanno di non doversi troppo preoccupare se ammazzano un proletario, e per di più anarchico: "è un normale incidente sul lavoro". Ma la telefonata è stata una mossa un po' troppo sputtanante; comincia allora il consueto carosello di versioni rivedute e corrette; "la telefonata è stata un equivoco"; qualcuno pensa di chiedere al Sellaroli in che condizioni fosse il compagno Franco Serantini quando lui lo ha interrogato - "era nelle condizioni di chi ha subito un interrogatorio" - risponde il sostituto procuratore. Una risposta agghiacciante.

Fin troppo esplicita se si pensa che era riferita ad un moribondo. Il referto di morte parla di "trauma cranico determinato da cause imprecisate". Pinelli, Saltarelli, tutti gli altri assassinati: si è sempre parlato di morti misteriose, avvenute in "circostanze da chiarire". Ma le "circostanze" sono sempre state fin troppo chiare: e le cause della morte del nostro compagno sono imprecisate solo per i padroni. I loro servi riformisti parlano di "inquietanti interrogativi".

Tutto quello che riguarda la morte di Serantini è chiaro, come è chiaro che i suoi assassini rimarranno impuniti come sempre è successo - i massacratori di Portella della Ginestra, di Avola, di Battipaglia; i Guida, gli Scelba, i Restivo - finché non saremo noi a fare giustizia, l'unica giustizia possibile, con la rivoluzione.

Gruppo Anarchico Bari "Azione Diretta"


(Dal bollettino "Azione diretta" del 10 giugno 1972. Originale presso il Centro di Documentazione Franco Salomone, Fano.)