Vicenza in lotta. No Dal Molin

Comunicato di adesione alla manifestazione nazionale contro la base statunitense del 17 febbraio 2007 a Vicenza

 

La concessione che Prodi e D'Alema hanno fatto al governo degli Stati Uniti di una nuova base militare a Vicenza (l'aeroporto Dal Molin) è un fatto grave che mette a nudo la tendenza militarista e guerrafondaia dell'attuale governo, oltre a segnare un'ulteriore elemento di continuità con le scellerate scelte di politica estera dei precedenti governi.

L'aumento delle spese militari, a seguito di una finanziaria tutta "lacrime e sangue" per le famiglie italiane, e il finanziamento delle missioni militari (Afghanistan e Libano), che a breve saranno riconfermate anche con i voti del centro-destra, sono i segnali più tangibili di questa continuità tra i diversi governi succedutisi in questi ultimi quindici anni, i quali hanno la responsabilità di aver spinto il nostro paese nel baratro della guerra, tradendo così lo spirito pacifista e antimilitarista della maggioranza degli italiani, contrari alla guerra e favorevoli al ritiro delle truppe italiane all'estero.

La concessione di un'altra base militare a Vicenza, in un territorio che già sopporta una pesante militarizzazione, è un ulteriore dimostrazione della subalternità del nostro paese ai diktat del governo americano, che, oggi più che mai, ha la necessità di riorganizzare la presenza militare nel mondo, all'insegna della guerra globale e duratura, con il solo scopo di rendere più efficaci le sue politiche unilateraliste di aggressione e rapina nei confronti dei paesi ricchi di risorse, ma più poveri come reddito pro-capite.

La presenza di una base militare in un territorio non pone solo un problema circa la sua natura violenta e distruttiva, ma rappresenta una minaccia per le popolazioni locali, costrette a subire un progressivo peggioramento delle proprie condizioni di vita.

Infatti, le basi militari, oltre ad essere strumento di morte e distruzione, inquinano l'aria e l'acqua, stravolgono gli equilibri sociali, bruciano energia e vincolano lo sviluppo economico-sociale del territorio ad una logica che risponde alle scelte militari e geo-politiche, invece che alla volontà e ai bisogni dei suoi abitanti.

Le manifestazioni di protesta dei cittadini di Vicenza, e in particolar modo l’esemplare e determinata opposizione dei comitati locali, sono la naturale risposta della maggioranza della popolazione, che non vuole altre basi militari, alle scelte del governo di centro-sinistra e della giunta comunale di centro-destra, e segnano una netta rottura tra la società civile e le forme politico-istituzionali della rappresentanza.

La battaglia che i comitati locali stanno portando avanti contro la concessione dell'area Dal Molin al governo degli Stati Uniti è importante. Non solo perché è espressione di un movimento di massa, ma perché ci sono tutti i presupposti affinché da Vicenza si possa sviluppare un movimento nazionale ed europeo contro le basi militari. Un movimento che sappia dare un prospettiva concreta alla lotta contro la guerra e per la giustizia sociale.

Bloccare il progetto di una nuova base militare a Vicenza (considerando che già la base originaria EDERLE è stata più volte ingrandita nel corso degli anni dal '54 ad oggi, senza contare il villaggio per le famiglie, e gli insediamenti militari a Longare), è un passaggio irrinunciabile per la prospettiva di tutti quelli che si battono contro le guerre e il militarismo che le genera.

La Federazione dei Comunisti Anarchici aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale del 17 febbraio ed esprime la sua solidarietà e il suo sostegno a tutta la Vicenza in lotta.

Federazione dei Comunisti Anarchici
8 febbraio 2007