Palestina-Israele, Bil'in, prosegue la lotta unitaria non-violenta contro il Muro nonostante le provocazioni e la crisi militare

 

Come ogni venerdì, anche il giorno 14 luglio, a Bil'in si è tenuta la consueta settimanale manifestazione non-violenta contro il Muro. A mezzogiorno, una manifestazione di 150 persone si è mossa dal centro del paese verso il muro. Il corteo era composto dagli abitanti di Bil'in più 40 attivisti internazionali, 30 attivisti israeliani e altri palestinesi provenienti da altre località. E' stato un corteo speciale: un corteo di lotta ed un corteo nuziale, con la macchina degli sposi alla testa che si è spinta fino a 50 metri dal grande cancello sul muro. Gli sposi sono poi scesi e sono iniziati i festeggiamenti, i canti e le danze secondo la celebrazione palestinese. Come ogni venerdì i manifestanti si sono avvicinati passo dopo passo al muro ed arrivati ad una distanza di 20 metri è iniziato il confronto verbale con i soldati israeliani di presidio.

A differenza del venerdì precedente non erano state prese misure precauzionali verso i giovani irregolari lanciatori di pietre - critici verso la lotta unitaria non-violenta - perché si pensava che avrebbero rispettato la cerimonia nuziale. Invece, schermandosi dietro i manifestanti, iniziavano ancor prima del solito il lancio di pietre contro i soldati israeliani. I quali hanno risposto con una pioggia di granate stordenti di intensità superiore al normale.

Quando la manifestazione ha cercato di ricomporre la fila, come al solito ma con più pervicacia del solito, l'esercito israeliano ha continuato ad attaccare i manifestanti respingendoli fino ad 1 km dal Muro sotto una pioggia di granate stordenti, gas lacrimogeni e proiettili rivestiti di gomma. Ma la coppia di sposi insieme a 50 manifestanti è riuscita a resistere lì davanti al cancello per oltre un'ora, finché la manifestazione non è stata dichiarata conclusa dagli organizzatori. La manifestazione ha prodotto alcuni feriti, ricoverati in ospedale.

In un momento di escalation drammatico come questo sostenere, diffondere e rendere merito a questi piccoli/grandi momenti di lotta di base non violenta, che con continuità resistono ad opporsi alle logiche di stato, di dominio e di violenza, è forse la sola risposta che possiamo dare come comunisti anarchici per la costruzione di una società senza muri, senza stati e senza frontiere, senza più guerre. 

FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
17 luglio 2006