CONTRO LA MOLTIPLICAZIONE DEI PROFITTI
CONTRO LA DISTRUZIONE DEI SALARI

 

Siamo sicuri che il sistema Italia sia in crisi? I dati ISTAT su ordini e fatturato nell'industria indicano rispettivamente +11,1% e +12,9% nell'agosto 2005 rispetto allo stesso mese del 2004. La domanda estera cresce oltre il +15%, mentre la domanda interna fa segnare +9,4% sul fatturato e più 11,4% sugli ordini.

Eppure la Finanziaria 2006 prevede 1 miliardo di euro di riduzione del costo del lavoro (cuneo fiscale e contributivo) per le imprese, e il ministro Maroni si spinge fino a prevedere ben 2 di miliardi di euro che resteranno nelle casse delle imprese.

Intanto il contratto dei metalmeccanici è bloccato su una offerta di Federmeccanica pari a 65 euro, proprio mentre è giusto il settore del la meccanica (+30,9%) a trainare la ripresa.

Cambiamo argomento. Sarebbero necessari 6,5 miliardi di euro per finanziare gli aumenti dei lavoratori pubblici, ma guarda caso questa è proprio la cifra che serve al governo per far quadrare i conti e raggiungere il 4,3% di indebitamento sul PIL.

Perciò sul pubblico impiego si abbatte il castigo dei tagli alle risorse:

Un attacco di grande portata al salario diretto.

Sul versante dei servizi altri tagli alle risorse:

Un attacco di grande portata al salario indiretto.

Che si aggiunge all'inganno dei fondi pensione, veri e propri buchi neri all'assalto dei 13 miliardi di euro del nostro salario differito.

Intanto Unioncamere prevede un aumento del PIL dell'1,5% per il 2006 e 2007, dell'1,7% per il 2008: vuol dire che i lavoratori italiani continueranno a produrre ricchezza, senza che i nostri salari e stipendi ci garantiscano una vita dignitosa. Senza che si apra una grande battaglia sul salario.

Infatti, contro la Finanziaria, CGIL, CISL e UIL, (orfani della Confindustria di Montezemolo ora benevolmente neutrale verso il governo Berlusconi), si limitano a chiedere la riduzione del fisco sulle retribuzioni: chi con maggiori risorse per il recupero del fiscal drag (Cgil), chi con più bonus fiscali per le famiglie (Cisl), chi con la detassazione degli aumenti salariali (Uil). Lo sciopero generale del 25 novembre da essi indetto appare perciò debole e soprattutto inevitabilmente spostato nei contenuti verso la difesa dell'imbarazzante alleanza col ministro Maroni sui fondi pensione chiusi e quindi contro i fondi pensione aperti chiesti da Berlusconi e dalle assicurazioni.

La lunga stagione di mobilitazioni aperta all'insegna delle lotte dei metalmeccanici e del significativo sciopero unitario del sindacalismo di base del 21 ottobre deve perciò coinvolgere tutte le categorie e caratterizzare ogni sciopero al fine di sostenere una grande battaglia

Federazione dei Comunisti Anarchici

30 ottobre 2005