Elezioni regionali: lo Stato si interpreta

Non è la prima volta e non sarà l'ultima che il potere esecutivo e quello legislativo danno interpretazioni (autentiche ??) delle leggi esistenti allo scopo di garantire interessi di parte, prima ancora che salvare la faccia alla democrazia borghese. Le liste di centrodestra nel Lazio ed in Lombardia vengono dunque riammesse alla competizione elettorale con la autorevole firma del presidente della repubblica.

Golpe? Piccolo golpe alla Pinochet, ma per fortuna senza spargimento di sangue? No, niente di tutto questo, solo un provvedimento amministrativo che conferma la forza dell'esecutivo in carica e che specularmente userà lo sdegno degli attivisti del PD e dell'IDV per rafforzare la sacralità delle leggi dello Stato.

Nulla è stato violato, tutto è stato violato.

Come quasi sempre accade alle leggi in vigore in questo paese, soprattutto a quelle che concedono qualche tutela ai cittadini più deboli e sfruttati.

Ben altri atti legislativi hanno oltraggiato e calpestato la dignità pubblica del paese!! Vedi il recente provvedimento che inibisce l'efficacia del famoso art.18 dello Statuto dei Lavoratori, o il reato di clandestinità per i lavoratori immigrati. O la partecipazione a missioni militari "umanitarie" armate come nel Kossovo, Iraq ed Afghanistan.

Ora la partita in queste due regioni è partita vera. Tra due destre. Nel Lazio da una parte la sionista e turboliberista Emma Bonino e dall'altra la corporativista (ex-fascista) Renata Polverini. In Lombardia da una parte lo "sceriffo" Penati e dall'altra il ciellino Formigoni. E che dire in Campania della partita a scopone tra Vincenzo De Luca (fascista nelle vesti di PD) e Stefano Caldoro (ex-socialista in PdL)?

Lo Stato dunque si interpreta e garantisce alle correnti di potere al suo interno di misurarsi per continuare in un modo o nell'altro a rappresentare gli interessi di tutto il sistema di produzione capitalistico. Un decreto che non ci riguarda, che non ci toglie né ci dà nulla. Perché la competizione elettorale non è mai stata la nostra partita, non è mai stata la nostra lotta. Quella degli sfruttati, della classe dei produttori della ricchezza, dei/le salariati/e contro la barbarie del capitalismo e il potere dello Stato.

Federazione dei Comunisti Anarchici
 

7 marzo 2010