La crisi della Grecia smaschera l'inganno dell'Unione Europea

Solidarietà con i lavoratori greci in lotta!

 


La crisi della Grecia smaschera l'inganno dell'Unione Europea quale spazio sociale solidaristico e mette a nudo le condizioni capestro che i lavoratori greci ed europei devono pagare per salvare lo Stato greco e le istituzioni capitalistiche sue creditrici. Uno dei 4 paesi definiti oltraggiosamente PIGS dalle agenzie finanziarie internazionali incrina le compatibilità europee ed apre una frattura profonda nella costruzione capitalistica dell'UE.

Infatti, la Grecia dispone di un Prodotto Interno Lordo (PIL) di 280 miliardi di euro e un debito di 300 miliardi di euro. Una cifra che è il 2,7 del PIL europeo, una miseria!

Debito che è detenuto in massima parte da banche e istituzioni finanziarie europee. Si parla di 78 miliardi solo per le banche francesi e tedesche. Quelle greche finanziano solo 48 miliardi del debito.

Tra l'altro nel momento di massimo pericolo della crisi internazionale, queste istituzioni hanno ricevuto un salvataggio di 28 miliardi.

Quindi il prestito europeo e del FMI è soltanto per ripagare il debito contratto dalla Grecia con le banche e le istituzioni europee, senza ricorrere ai "mercati", perché il tasso di rendimento ha raggiunto il 10% sui titoli decennali, cioè quello che le istituzioni greche devono pagare oggi ai possessori di titoli di stato greco per ottenere credito.

Quasi 6 punti in più dei titoli di stato del tesoro tedesco ed italiano.

Quindi il governo greco per i prossimi tre anni ottiene prestiti per 120 (o 135) miliardi da enti statali per pagare istituzioni private (banche, assicurazioni, fondi, privati...).

Le clausole sono un interesse del 2% netto annuo per 3 anni e clausole drastiche di contenimento del debito pubblico e sua riduzione.

La mobilitazione dei lavoratori greci ha ridimensionato in parte i tagli che erano, inizialmente, drastici e "spartani", simili agli aggiustamenti a cui sono costretti i paesi extraeuropei, detti anche sottosviluppati. Ora arriva la cura da cavallo con drastica riduzione della 13^ e 14^ mensilità, congelamento di stipendi e salari, nessuno straordinario, ma ulteriore aumento dell'IVA prima al 19% poi al 21% ora al 23%, tasse del 10% su alcol, giochi e tabacco, benzina... aumenti della flessibilità, facilitazione nei licenziamenti a partire dai precari.

Ovvero il rientro del debito/PIL dilazionato in 4 anni, con misure economiche pesanti, ma meno drastiche e soprattutto indirette con aumento del costo dei consumi e non taglio immediato dei salari. La palla passa ai lavoratori greci che dimostrano discreta coerenza e combattività.

Era l'unica soluzione possibile? No. Si sarebbe potuto, ma in barba alle banche europee, puntare al consolidamento del debito di tre anni. Quindi il non rimborso del capitale da restituire, ma solo il pagamento degli interessi dovuti, a tassi accettabili, con un prestito internazionale notevolmente inferiore. Con l'effetto di un relativo calo della crescita del PIL (aspetto che condiziona la crescita del debito, riducendolo), un maggior controllo dell'evasione fiscale e una imposta patrimoniale sugli immobili e sulle rendite finanziarie per ridimensionare il debito storico.

E non sarebbe stata una soluzione estremistica/comunista!

Ma le autorità greche e quelle internazionali hanno preferito puntare il coltello alla gola alla classe lavoratrice greca, salvando profitti e guadagni di banche ed imprenditori. La Grecia è un laboratori per la crisi che sta colpendo l'intera Unione Europea.

Ma insorge la mobilitazione costante con scioperi generali continui, cortei pacifici e militanti, settimane di mobilitazione continue di lavoratori pubblici, privati, precari e studenti e pure piccoli commercianti... con una sinistra che supera le polemiche storiche e si mobilita tutta compatta, marxisti e anarchici di tutte le correnti in prima fila nelle mobilitazioni.

Siamo tutti greci!!

Solidarietà alla lotta dei lavoratori greci, solidarietà al movimento di resistenza!

 

Federazione dei Comunisti Anarchici

3 maggio 2010