IX Congresso Nazionale

Federazione dei Comunisti Anarchici

Cingia de' Botti (CR), 1-2 novembre 2014

Costruire Alternativa Libertaria

 

La crisi di unità e solidarietà

La ristrutturazione capitalistica in corso ha minato alle fondamenta due fattori fondamentali della capacità di lotta del proletariato: l'unità e la solidarietà. Queste sono scomparse dai luoghi di lavoro, dai ranghi del sindacato, dalle lotte nel territorio, dalle manifestazioni e dagli scioperi, ma possono essere recuperate, riattivate e re-immesse in circolo solo con un lavoro capillare in ogni situazione che richieda la presenza, l'intelligenza politica, la capacità di unire e non dividere, di sviluppare solidarietà e non competizione, da parte degli attivisti rivoluzionari.

In questo periodo storico sono richiesti interventi di tenuta e di rafforzamento delle situazioni di resistenza.

Costruire e difendere

Di fronte alla grande offensiva dei poteri economici e finanziari, bisogna far parte di grandi movimenti sociali. Dobbiamo difendere il salario sociale, sotto forma di diritto all'istruzione pubblica gratuita e di accesso universale alle cure sanitarie. Dobbiamo affrontare le riforme del lavoro e delle pensioni. Evitare che le persone cadano nella povertà e nella miseria.

Alternative su base esperienziale sono vitali a fronte del modo in cui il mondo è strutturato. Occorre tessere una rete ampia e diversificata di auto-gestione e sperimentare forme di socializzazione e di controllo dei lavoratori sui servizi ai cittadini.

Bisogna fare entrambe le cose allo stesso tempo, per quanto difficile possa essere. Non sono antitetiche o contraddittorie. La linea frontale di scontro ha bisogno di retrovie sussidiarie. Occorre convertire le retrovie in un laboratorio di nuove forme di vita, senza autorità o sfruttamento; cosa essenziale per parare i pericoli incombenti sulla prima linea.

Si tratta di un altro modo di lavorare come classe di pressione: organizzazione del lavoro nel settore produttivo con rivendicazioni costanti ed esperimenti della nuova società, a sostegno della struttura produttiva. La confluenza di entrambe queste aree costruirebbe la possibilità della comparsa di una realtà trasformata e, al tempo stesso, in conflitto con il vecchio mondo.

Questo è il comunismo (libertario, ovviamente) come movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Conflitto e costruzione. Scontro e creatività sociale. Ecco la nostra "distruzione creativa". Ecco il nostro gradualismo rivoluzionario che sedimenta conquiste ed organismi di autogestione non più recuperabili dal capitalismo e dallo Stato.

Il futuro della sinistra rivoluzionaria

Siamo una piccola organizzazione, una grande testa con gambe fragili. Ma possiamo diventare più numerosi e più influenti se decidiamo di intraprendere un percorso di messa a disposizione del nostro bagaglio storico e politico per un progetto organizzativo più ampio e più inclusivo, fondato su un programma anticapitalista e comunista libertario di democrazia diretta e dal basso, di solidarietà ed auto-organizzazione.

Sappiamo che le lotte si producono ugualmente, per effetto della profonda contraddizione insita nella società capitalista tra sfruttatori e sfruttati, tra dominatori e dominati.

A queste lotte bisogna far corrispondere una capacità organizzativa e politica, che sappia riportare nella sinistra di classe e rivoluzionaria le parole e la prassi dell'unità e della solidarietà.

La sinistra di classe e rivoluzionaria che vogliamo è allora questa: quella che si esprime nelle situazioni di lotta per farle crescere nella consapevolezza che la forza sta alla base, sta nell'essere uniti e solidali.

Situazioni di lotta in cui possa farsi avanti la coscienza che i metodi libertari anti-burocratici, anti-gerarchici ed anti-autoritari, vanno a braccetto con la rivendicazione di obiettivi unitari sempre più avanzati.

La sinistra rivoluzionaria e di classe che vogliamo è quella degli spazi aperti nelle città, laboratori di dibattito e creatività politica e culturale, ecumene degli organismi di base e delle organizzazioni politiche altruiste, dell'auto-organizzazione e dell'autogestione. La sinistra che vogliamo è quella delle reti, dei coordinamenti, dei forum, che valorizzano e finalizzano -verso condivisi obiettivi politici, culturali, economici- quelle organizzazioni ed associazioni che si battono per una medesima prospettiva o che si schierano contro uno stesso nemico, contro uno stesso pericolo (sia esso tanto il neo-fascismo, il razzismo, l'omofobia quanto l'inquinamento, le privatizzazioni, le guerre dell'imperialismo, ecc.).

La sinistra che vogliamo è quella che sa costruire luoghi di confronto e contro-informazione tra attivisti del sindacalismo conflittuale, al di là delle appartenenze e delle sigle sindacali.

La sinistra che vogliamo è quella che riesce a federare le situazioni di lotta ed i movimenti, gli spazi aperti e le reti, le spinte rivendicative e le spinte all'alternativa sociale globale, le esperienze di scambio sociale e solidale e le sperimentazioni autogestionarie.

Luoghi in cui la democrazia diretta si afferma e si propaga.

Assemblee di organismi popolari. In piena autonomia, col pieno controllo alla base.

Per la costruzione di una società plurale ed alternativa, dal basso, fondata sul federalismo libertario.

Se questa è la sinistra che vogliamo, allora questa è la sinistra per cui lavoriamo e dobbiamo lavorare.

Con il diffondersi di pratiche politiche e relazionali libertarie come nostro metodo.

Con l'alternativa libertaria come nostra prassi, come nostro progetto e come nostro fine.

Con la coscienza del perseguimento graduale di idee ed obiettivi alternativi al capitalismo ed allo Stato, come nostra piattaforma.

Il futuro della FdCA: riportare la percezione dell'anarchia e del comunismo anarchico da un orizzonte identitario ad una concreta agenda di lavoro

Nella sua azione di inserimento e di promozione di questa sinistra rivoluzionaria e di classe, la FdCA intende aprire un processo di ridefinizione che la porti a proporsi non solo per la sua identità storico-ideologica, bensì per la sua prassi e per il suo progetto politico. Quello dell'alternativa libertaria.

A tale scopo il IX Congresso Nazionale decide di adottare ed adattare la sigla in: Alternativa Libertaria/FdCA, tanto a livello nazionale che internazionale.

In tale percorso la nostra organizzazione intende caratterizzarsi per capacità inclusiva e federativa di compagni/e della sinistra rivoluzionaria di classe e libertaria, nel solco del patrimonio che fa dell'antiparlamentarismo (rifiuto dell'elettorato passivo), del dualismo organizzativo (distinzione e rapporto dialettico tra organizzazione politica e organizzazione di massa), della assunzione di responsabilità e solidarietà collettiva e del federalismo dei militanti su un programma omogeneo i punti irrinunciabili di appartenenza.

 

Alternativa Libertaria/FdCA

Cingia de' Botti (CR), 1-2 novembre 2014

Documento approvato dal IX Congresso Nazionale della FdCA