4° CONGRESSO

Federazione dei comunisti anarchici

Firenze, 14-15 maggio 1994

RELAZIONE INTRODUTTIVA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE

 

1. Occorre prevedere, anche a rischio di errare; perché leggere il passato è meno aleatorio, ma sostanzialmente compito degli storici e, quindi, per la progettazione politica complessivamente poco utile.

2. E' forse giunto il momento di fissare alcuni punti polari delle nostre analisi economiche, che facciano astrazione dal rituale marxiano, obsoleto ed inservibile, pur se storicamente importante. Saremmo altrimenti delle riedizioni del Simplicio del "Dialogo" galileiano, interprete acuto e sottile, ma incapace di andare verso la realtà velatagli dal monumento aristotelico.

3. Per capirsi è necessario ripartire dalla svolta di tre lustri fa, comprenderla nella sua essenza, ricollocarla nella sua matrice strutturale, intendere le forze materiali che l'hanno determinata per poter affrontare in termini concreti i motivi di quello che io ritengo essere il suo declino, attualmente lento e contraddittorio, ma successivamente sempre più rapido.

4. La profondità della svolta suddetta, ovverosia dell'avvento del monetarismo, è tale che spesso tutti, anche i compagni o avvertiti economisti, finiscono per adottare terminologia e parametri di giudizio intimamente legati alle teorie economiche dominanti, senza redensi conto di muoversi, in realtà, all'interno di un solco così preciso da predeterminare in maniera univoca le soluzioni possibili.

5. L'inflazione diviene, alla fine degli anni settanta, il Satana dell'economia. In realtà, l'inflazione è stata per oltre un decennio il cavallo di Troia che la borghesia ha usato per erodere il reddito dipendente, minandone la forza, e per recuperare competitività sui mercati esteri. Perché improvvisamente diviene ufficialmente il nemico di tutti?

6. Le icone monetariste sono il verbo su cui si basa il dominio incontrastato del capitale finanziario. Chi profitta sul denaro ha scopi diversi di chi investe in produzione e non sempre tali scopi si conciliano: il secondo produce e vende (necessità del mercato, circolazione monetaria, espansione continua); il primo chiede moneta in cambio di moneta e quella ottenuta deve pesare più della prima. Il primato passa dalla produzione all'equivalente.

7. Keynes ha chiuso il ciclo dell'economia classica, comprendendo la centralità del mercato, che liberisti e Marx avevano sottovalutato riducendolo ad un contenitore illimitato (da cui le aporie teoriche del marxismo; concorrenza perfetta, produttori-mercanti, caduta tendenziale del saggio di profitto ignorando il fattore k, fra capitale mobile e fisso non tende a 0). L'approccio euristico dei marginalisti si risolve, ma genera la necessità dell'espansione logaritmica dalla produzione all'acquisto.

8. Il potere passa dal capitalismo familiare imprenditoriale a quello manageriale finanziario (Cuccia da abile mediatore a padrone delle sorti). Nasce il capitalismo finanziario da assalto e la teoria della deindustrializzazione.

9. La lotta all'inflazione si tira a catena, vera e propria teoria etimologica: alti tassi di interesse, risanamento del deficit pubblico e politiche di bilancio, forza politica delle banche centrali,… Dalla GB agli USA, alla RDT, sua sede naturale per la struttura capitalistica (alto intreccio tra banca e industria), e al resto d'Europa l'applicazione della ricetta dilaga, imposta al Terzo Mondo, auspice il FMI. Il culmine si raggiunge a Maastricht; poi inizia l'autunno quando il Governo Amato costruisce la prima politica autenticamente neoliberista in questo paese.

10. Ma il ciclo cambia: il mercato si avvia su se stesso rendendo necessarie nuove politiche espansive (da non sottovalutare il calo delle entrate dovuto al basso profitto del ciclo economico, cfr Il Sole 24 Ore dell'11 maggio 1994). Il panorama che resta negli ex-paesi industrializzati è deprimente (le potenze economiche destrutturate - è opportuno considerare il permanere del primato tecnologico statunitense). La politica rivela l'emergere del nuovo ciclo: USA, Gran Bretagna, Russia, Francia, Polonia, Lituania, Grecia, Messico, Ungheria….evidenziano sempre lo stesso tema. Il caso tedesco è ovviamente il più confuso.

11. D'altra parte la deindustrializzazione ha dei limiti. Il capitale metropolitano, se oggi conosce una possibile mobilità tecnologicamente garantita ampia fino a cambiarne la qualità e tale da invertire i tradizionali flussi di capitale e lavoro, conosce anche dei vincoli: il luogo di produzione non è irrilevante, perché la sua dislocazione atta a comprimere i costi variabili crea una strozzatura insanabile alle vendite.

12. Per il capitale è necessario invertire rotta, sostenendo mercati interni gli unici in grado di fornire sbocchi reali. Ammortizzatori sociali e servizi possono servire allo stesso scopo.

13. Il sostegno al reddito dipendente deve coniugarsi con l'impossibilità dell'aggregazione politica delle classi subalterne. Il caso Benetton: flessibilizzazione totale della produzione cosicché la plasticità si sposta dalla prestazione lavorativa al processo produttivo stesso divenendo strutturale (Prato più informatica). Si passa dal conflitto sociale previsto e represso alla sua cancellazione.

14. La svolta politica italiana è solo apparentemente in controtendenza, ma miscela elementi diversi in un pericoloso perdonismo. E' tramontato il liberismo puro (Ciampi e PdS), ma i nuovi, pur avanzando programmi di lavori pubblici (raddoppio BO-FI) sosterranno il reddito dei ceti medi impiegatizi (clientele di AN, memore del ventennio), dreneranno risorse pubbliche per il capitale privato e tutto ciò ha già mostrato la corda alla fine dello scorso decennio. Risulta incompatibile comunque un alleggerimento della pressione fiscale.

15. La frantumazione dell'Italia, non più funzionale ad una regionalizzazione dell'Europa, ad egida tedesca, risponde a bisogni economici (mantenere la ricchezza in poche aree delimitate differenziando così la gerarchia dei cittadini per redditi e per servizi offerti) e a bisogni di controllo sociale (sempre più divisi e meno solidali, per ricevere istruzioni ognuno privatamente a casa propria dalla televisione). Da tutto ciò la centralità delle riforme istituzionali per il perdurare del nuovo ordine politico.

16. Sul piano sindacale ciò porterà CISL e UIL a gravitare verso nuovi padrini politici, convergendo verso l'ISA (si svela la loro natura profonda). La CGIL, pur avendo un gruppo dirigente capace solo di compromessi, si configura come unico luogo della resistenza di classe, auspice la scomparsa della destra socialista.

17. Rischia di riaprirsi una frattura storica, e stavolta su basi materiali, tra pubblici dipendenti e classe operaia, sempre più circoscritta a pochi nuclei forti in via di smantellamento. Il permanere del ricatto occupazionale tarpa a lungo la rivendicazione salariale. Soprattutto nei ceti medi, coinvolti nella soup-society berlusconiana si renderà necessaria un'aggregazione più a sfondo ideologico minoritaria incompatibile con sperimentalismo fatalmente corporativi.

18. Limitato lo scontro economico ad una classe operaia debole e frammentata, con l'alleanza di settori minoritari di ceti medi, le contraddizioni sociali si evidenzieranno su previdenza e sanità e su temi tutti sovrastrutturali e ideologici, ma nevralgici per il perdurare del regime: scuola e libertà civili. Si marginalizzano la contraddizione ambientale (parabola elettorale dei Verdi) e quella giovanile (AN primo partito della fascia d'età inferiore e residualità dei centri sociali).

19. E' giunto il momento che l'FdCA, oltre all'impegno militante quotidiano, progetti un intervento centrato su uno o due temi annuali atti a ricostruire un'identità antagonista e libertaria, fornendo un'oasi di crescita politica al deserto di valori che lasciano gli altri (PdS forza di conservazione, PRC nella confusione ideologica in netto contrasto con le esigenze forti del momento, libertari ed autonomi carenti di analisi e proposte non sloganistiche, …)

20. L'unità e la compattezza ideologica è oggi il nostro investimento e l'asse per far rinascere in questa occasione il Comunismo Anarchico in Italia. Questo Congresso serve a fissare dei primi punti chiari e comuni.