3° CONGRESSO

Federazione dei comunisti anarchici

Livorno, 7-8 marzo 1992

MOZIONE DI UNIFICAZIONE FdCA - OCL LIVORNO

IL COMUNISMO ANARCHICO NEGLI ULTIMI VENTI ANNI IN ITALIA

 

Nei primi anni del dopoguerra l'esperienza di spezzoni comunisti anarchici come la Federazione Comunista Libertaria Lombarda, i Gruppi Anarchici di Azione Proletaria (GAAP), altre federazioni e gruppi comunisti anarchici saranno soffocati dal predominio brutale e mafioso dell'ala adunatista sul movimento anarchico italiano, all'inizio forte e composito. Non a caso i compagni che si ritrovano al confino nel '43 daranno vita alla Federazione Comunista Anarchica Italiana, ma già nel '45 al primo congresso anarchico la presenza individualista e sintetista predomina, e nasce la Federazione Anarchica Italiana (FAI).

Gli scontri fra queste due correnti che rimangono le uniche presenti nella FAI, portano nel '65 alla vittoria della corrente sintetista e all'auto-isolamento degli individualisti nei Gruppi di Iniziativa Anarchica (GIA).

Il dibattito e la presenza delle correnti comuniste anarchiche riprenderà in maniera positiva sia nella FAI che all'esterno nella miriade di gruppi formatisi sull'onda delle lotte operaie e studentesche della fine degli anni '60.

Consumata l'esperienza entrista nella FAI da parte dei gruppi definiti "piattaformisti" con la loro espulsione nel '73 (sull'onda del dibattito che si svolgeva in Francia e con il ruolo determinante dell'Organizzazione Anarchica Pugliese, poi Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica), si avvia una fase estremamente positiva di dibattiti, di sedimentazione di esperienze, di strutture organizzative, di crescita numerica fino al '77. Caratteristica di questo processo che coinvolge parecchie centinaia di militanti è il dibattito sull'intervento sindacale, la necessità della presenza nelle lotte sindacali e sociali come dimostra il materiale prodotto dai partecipanti ai vari Convegni Nazionali Lavoratori Anarchici, e all'interno di questa struttura di dibattito il ruolo trainante dell'Organizzazione Comunista Libertaria ligure (più legata all'esperienza francese e quindi importatrice di questa abitudine di usare il termine comunismo libertario per definire l'organizzazione politica comunista anarchica e non, come accade in Francia una sintesi tra marxismo e anarchismo).

Gli spezzoni più forti sono l'ORA pugliese, le OCL ligure, livornese e lucchese, il Movimento Anarco-Comunista Bergamasco (MACB), il gruppo Kronstadt di Napoli, ma poi tanti altri gruppi e strutture territoriali.

Il '77 sconvolge la geografia di questi gruppi e realtà con la presa di distanza di parecchi militanti che scelgono altre strade, ma non cessa con questo il lavoro minuto, preciso, importante che questi gruppi Comunisti Anarchici e Comunisti Libertari continuano a svolgere nelle realtà in cui operano. Nascono bollettini di dibattito. "Il Libertario", poi "Formazione e Informazione"a Lucca, "Azione Diretta", poi "Comunismo Libertario" a Livorno; "Bakuninista" della FdCA (emiliano-lombarda), poi con la fusione nell'ORA "Crescita Politica"; "Informatore di Parte", poi "Erresse" del Gruppo Comunista Anarchico di Firenze, poi Unione dei Comunisti Anarchici della Toscana (UCAT).

I vari gruppi operanti in Liguria raggruppati sotto la sigla OCL, FCLL, ma con presenza anche nella FAI, continuano a svolgere fino ai primi anni un ruolo trainante di studio, documentazione, formazione e dibattito, sui vari aspetti della fase politico-economica. Ma in particolare sulla fase sindacale attraverso opuscoli, volantini, circolari del Centro di Documentazione Sindacale e poi "Quaderni Sindacali".

Il gruppo comunista anarchico di Firenze che nel decennio precedente si era caratterizzato con la gestione di Crescita Politica per un ruolo di casa editrice di quest'area, si costituisce, con l'unificazione con l'OCL di Lucca in Unione dei Comunisti Anarchici della Toscana (UCAT) aprendo la strada all'ipotesi politica del radicamento territoriale e nelle lotte sociali e sindacali per la nascita dell'organizzazione politica comunista anarchica nazionale. Continua in parallelo il suo ruolo di gruppo intellettuale di quest'area con "L'Informatore di Parte", e poi con "Erresse".

Negli anni '80, dopo la progressiva diminuzione dell'attività politico-sindacale dei compagni liguri, l'UCAT assume il ruolo di centro di dibattito su questi aspetti, con il valido contributo dell'OCL di Livorno, dei compagni emiliani e una serie di compagni sparsi in tutta Italia. Partendo dall'opuscolo e seminario tenuto su "I comunisti anarchici e l'organizzazione di massa", passando attraverso l'opuscolo sulla professionalità, e bollettini economico-sindacali, si amplia nell'area comunista anarchica il dibattito e la presenza di compagni che ritengono indispensabile bloccare il processo di integrazione sindacale, in quanto uno degli elementi fondamentali dell'azione destabilizzante in atti.

Le manifestazioni contro il ritocco della scala mobile, con tutta la campagna per il referendum sulla scala mobile dell'85 saranno il punto di maggior unità di tutte le forze comuniste anarchiche di quegli anni. Il volantone nazionale contro l'accordo della scala mobile unirà tutte le realtà comuniste anarchiche presenti: Coordinamento Comunista Anarchico di Pesaro-Fano, FCLL, ORA, PAI, UCAT.

Analizzando nel dettaglio si vede come questo ventaglio di sigle che caratterizza il movimento comunista anarchico sia dettato da posizioni localista (Pesaro-Fano, FCLL, Livorno che non compare neppure), sia da visioni diverse della strategia di costruzione dell'organizzazione politica comunista anarchica che attraversano il movimento comunista anarchico e che finiranno per spaccarlo per un lungo periodo.

A partire dal 1984 c'è chi come l'ORA punta ad un'organizzazione di quadri militanti comunisti anarchici sulla base si una teoria e strategia comuni, anche se sparsi in realtà diverse e distanti, senza radicamento territoriale (posizione esasperata dal PAI, scissione dell'ORA). C'è chi come l'UCAT in sintonia con l'OCL di Livorno punta alla formazione di realtà militanti radicate nella lotta di classe, che dal confronto su teoria e strategia di intervento reale possano crescere con altre realtà territoriali.

Le due posizioni si confrontarono a lungo giungendo ad una mediazione con l'unificazione ORA-UCAT dell'85 che darà poi vita alla Federazione dei Comunisti Anarchici.

La FdCA si è posta fin dall'inizio come struttura di servizio e luogo di dibattito di tutte le realtà autodefinentesi comunista anarchica e comunista libertario in Italia per la costruzione di un'organizzazione politica comunista anarchica formata da militanti radicati nella lotta di classe.

Il clima di restaurazione politica e sindacale nel quale siamo sempre più sprofondati ha purtroppo ridimensionato questo processo, con il ridimensionamento o la sparizione dalle scena politica di gruppi e realtà regionali importanti (Puglia, Liguria, Lombardia, Campania).

Elementi positivi che si sono realizzati negli ultimi anni sono stati la nascita del giornale di taglio sindacale "Comunismo Libertario", voluto dai compagni dell'OCL di Livorno al quale hanno partecipato non pochi militanti della FdCA e dell'"Agenzia della FdCA", strumenti entrambi di crescita di quell'area comunista anarchica per la quale lavoriamo ormai da un ventennio buono e che molti di noi vorrebbero veder avviato su basi più solide di quelle fragili nelle quali siamo.

Altri importanti momenti di sviluppo del dibattito e dell'intervento che hanno visto la partecipazione dei militanti dell'FdCA sono stati la pubblicazione della rivista "Homo Sapiens - materiali della Sinistra Libertaria", ed il "Meeting Anticlericale" che annualmente si celebra a Fano nelle Marche.

L'intervento sindacale, articolato dai militanti FdCA e OCL nei sindacati riformisti e nei comitati di base, che hanno caratterizzato le lotte di questi ultimi anni è stato diretto allo sviluppo dell'unità e della coscienza di classe dei lavoratori, per la costituzione del sindacato dei consigli. L'ultimo congresso della CGIL ha costituito l'occasione per coordinare le forze realizzando un pronunciamento dei militanti libertari e comunisti anarchici presenti nelle sue strutture, quale contributo alla costituzione di una autentica componente di classe nella CGIL.

Per procedere in modo efficace si tratta di prendere atto che le avanguardie comuniste anarchiche di questo processo sono ormai solo quelle che sono rimaste negli ultimi due anni e che hanno partecipato al dibattito che la FdCA è stata in grado di mantenere. Ma rafforzandoci con l'unificazione con l'OCL livornese e dandoci programmi realmente gestibili dovremo poter crescere e con noi il processo di crescita dell'area di opposizione di classe e libertaria in Italia.

Necessità e ruolo dell'organizzazione politica

In un simile quadro, articolato e dialettico, si inserisce l'azione dell'organizzazione politica. Quest'ultima non è l'organizzazione del proletariato, nel senso che non la rappresenta, poiché essa interpreta solo le istanze di quei militanti che si riconoscono nella sua linea politica. L'organizzazione aspira a indicare un progetto compiuto per la liberazione del proletariato, fuori da ogni implicazione leninista che attribuisce al partito un ruolo dirigente rispetto alla classe.

L'elaborazione teorica e strategica, l'articolazione tattica congiunta alla capillare e costante presenza nello scontro di classe, sono ruoli politici che non possono essere risolti su base individuale e spontaneistica. Siamo consapevoli che, se il proletariato è il nostro interlocutore, il suo livello di coscienza e di unità di classe si presenta oggi deteriorato e carente, e che gli ambiti sindacali nella loro più ampia accezione, rappresentano comunque ambiti limitati di scontro e di dibattito. Necessita perciò un punto di riferimento di militanti organizzati ed unificati su precisi riferimenti teorici e strategici; tale riferimento è l'organizzazione politica.

L'intervento dell'organizzazione si configura unitario, nel senso che implica la necessaria articolazione tattica della sua linea politica.

Oggi il problema non è quello dell'unità dei partiti della sinistra, né tanto meno quello di prendersi la briga di tentare di coordinare tutto ciò di genericamente antagonistico compare sulla scena del momento, perché nel primo caso saremmo illusi, e nel secondo opportunisti, ed in ogni caso finiremmo per appiattirci sugli altrui conformismi.

L'intervento politico occasionale, tutto concentrato sulle presunte priorità del momento, esclusivamente motivato da scadenze esterne, l'intervento esclusivamente agitatorio, velleitario non propositivo che trae la sua capacità di esistere da analisi parzialissime della realtà, tutto questo deve essere combattuto e respinto.

Viceversa è necessario proporre un ruolo attivo dell'organizzazione e dei suoi militanti che devono intervenire nello scontro di classe come tali e non come "compagni".

Di quale organizzazione dobbiamo oggi disporre? Di una organizzazione politica certamente ridotta date le nostre forze, ma comunque stabile e soprattutto visibile ed identificabile in ogni istanza.

Il ruolo dell'organizzazione non è però illuministico e non si esaurisce nella pura azione di testimonianza, troppo facile e troppo fine a se stessa; essa interviene nella realtà per accrescere il proprio ruolo per meglio sostenere le istanze di liberazione del proletariato.

L'organizzazione individua nella classe lavoratrice l'interlocutore sociale privilegiato dal quale non è possibile prescindere, poiché il sistema di produzione capitalistico si basa ancora oggi sullo sfruttamento del lavoro umano. L'agitazione sindacale assume quindi un ruolo fondamentale nell'intervento complessivo dell'organizzazione. Un simile riferimento analitico non deve essere interpretato meccanicisticamente poiché il sistema capitalistico, per quanto basi la sua esistenza sullo sfruttamento del lavoro umano, possiede anche numerosi altri ambiti nei quali riesce ad organizzare il proprio consenso, ambiti nei quali l'organizzazione è chiamata a esercitare il proprio ruolo. La necessaria ed inevitabile impostazione classista dell'organizzazione deve comunque confrontarsi con l'articolazione dell'assetto economico e sociale in continua evoluzione. L'intervento dell'organizzazione dovrà quindi svilupparsi anche in quegli ambiti sociali che non si riconducono direttamente al movimento sindacale ed al proletariato, così come si va configurando nella fase attuale.

Il compito è quindi quello di ricondurre ogni tematica a quella più generale della lotta di classe ed all'unità dei lavoratori, per il superamento dei rapporti di produzione capitalistici.

Rapporti con il movimento anarchico italiano

Pur non tendendo a nessun monopolio dell'anarchismo, la nostra esperienza politica ed organizzativa si colloca all'interno del movimento anarchico. Nell'ambito della necessaria collaborazione con le altre forze politiche i rapporti con il Movimento Anarchico ed in particolare con la FAI dovranno volgere alla realizzazione di comuni iniziative capaci di valorizzare le reciproche affinità per veicolare le nostre posizioni e i nostri programmi nell'area del movimento al fine di verificare la presenza di compagni su posizioni comuniste anarchiche.

La nostra collaborazione ad Umanità Nova dovrà quindi superare l'episodicità e divenire costante. Dovranno inoltre essere ricercate collaborazioni a Comunismo Libertario, nei settori della FAI più vicini alle nostre posizioni politiche.

Con ciò non dobbiamo tendere a scolorire le profonde divergenze che ci separano dagli altri settori del Movimento Anarchico Italiano, ma al contrario dobbiamo tendere a far sì che emergano in tutta la loro chiarezza senza alcun livore polemico caricaturale.

La Sinistra Libertaria

L'area di consenso all'organizzazione politica, che si differenzia dal suo tessuto militante è la sinistra libertaria. Essa costituisce l'interlocutore immediatamente operativo dell'organizzazione e comprende tutti i suoi simpatizzanti nella più ampia accezione del termine.

La Sinistra Libertaria si configura quindi come complementare e di sviluppo della Federazione dei Comunisti Anarchici ed è in strettissimo rapporto con essa.

Sviluppandosi su simili premesse la SINISTRA LIBERTARIA non tende a surrogare oppure a costituire una qualunque configurazione autonoma.

La sommatoria delle istanze libertarie eventualmente presenti nella società non potrà essere realizzata da una componente politica, poiché tali istanze, se esistono, si sviluppano indipendentemente da un qualunque processo organizzativo. Con tali istanze la Federazione dei Comunisti Anarchici dovrà confrontarsi, senza comunque tendere a inglobarle, poiché quest'ultimo non è il suo compito storico.

Sempre più al crescere dell'organizzazione politica saranno le nostre iniziative politiche che tenderanno a influire per coordinamento e l'ampliamento dell'area libertaria, e la sua capacità di elaborare un progetto politico più preciso e vicino all'organizzazione politica.