Contro la Guerra ed i profittatori della guerra?

Organizzarsi per la Libertà!

 

La guerra in Iraq è una tragedia che è sempre più evidente a chiunque. La perdita di vite umane e l'enormità delle distruzioni causate dal governo degli USA e dai suoi alleati rasenta l'orrore. Questa guerra viene perpetuata nell'interesse dello Stato e del capitale, che trae direttamente profitti dalla guerra in Iraq, dato che per loro riveste importanza per diverse ragioni. Essa si colloca in una zona di importanza strategica per il predominio geografico e militare nel Medio Oriente. Le risorse naturali dell'Iraq danno la misura di questa importanza, nonostante i costi che a breve termine una guerra potrebbe avere sulla produzione di petrolio. I costi della guerra per lo Stato sono grandi, sia in termini di costi economici che di calo di sostegno in Iraq e nel mondo. Tuttavia la conquista del potere e della ricchezza alimenta la loro guerra.

Questa guerra è priva di senso e non ha giustificazione, ma essa non è sfortunatamente né l'unica né un mero incidente. L'avvento dei governi democratici non ha fermato la guerra. Le guerre sono aumentate di numero, hanno fatto più morti e commesso più atrocità a partire dal parto gemellare del capitalismo e dei governi dal potere centralizzato. Non importa quale regime politico voi vi preferite; democratico, liberale, comunista, socialista, tutti hanno comunque fatte delle guerre. L'unico paese che ha fatto ricorso alle armi nucleari in tempo di guerra è stato un paese democratico (il nostro). Non è fosse vero che la peggiore guerra nella storia, la Prima Guerra Mondiale, aveva avuto l'appoggio dei partiti socialisti europei, e che i governi comunisti hanno fatto guerra ai paesi confinanti per espandere il loro controllo?

Tutto questo accade perché lo Stato tende alla guerra in virtù delle ragioni di potere e di ricchezza. La guerra significa profitti. Questa corsa al profitto induce il capitale ed i governi che esso controlla a spingere verso uno stato di guerra, sia interno che esterno in altre terre. Lo Stato cerca di espandere il suo potere attraverso la conquista di altre nazioni e la soppressione di ipotetiche minacce per la sua ricerca di potere. I governi usano la guerra per mettere a tacere l'insoddisfazione attraverso la diffusione della paura, portando la divisione tra le persone nelle comunità, reprimendo il dissenso. Male che va, la guerra dice alla gente che se tu cerchi di costruire una vita più libera e più giusta, tu ed il posto in cui vivi siete destinati ad essere torturati e distrutti. Nonostante quello che ci viene ripetuto ogni giorno, non è vero che noi non abbiamo il potere per fermare questa guerra ed ogni altra guerra. Non sta nei voti, né nell'attività lobbistica e nemmeno nelle preghiere, la forza che ha fermato le guerre.

La nostra forza sembra debolissima. Ma noi abbiamo veramente la capacità di fermare la guerra, solo col nostro impegno, il nostro denaro, la nostra coerenza. Il nostro governo non potrebbe condurre una guerra a cui noi ci rifiutassimo di partecipare, che rifiutassimo di finanziare e che rifiutassimo di sostenere. Il nostro compito è quello di organizzarci nei luoghi di lavoro e nel territorio per minare queste scelte belliche. Possiamo fare questo rifiutando di produrre e di far circolare le merci che saranno usate per la guerra. Possiamo organizzare scioperi contro le guerre per paralizzare il meccanismo finanziario che alimenta le loro guerre. Organizzandoci insieme possiamo attivare un contro-reclutamento nelle scuole, con i genitori, e nei quartieri. Coloro i quali si rifiutano di andare in guerra, hanno bisogno della nostra solidarietà, così come aiutare i soldati a fare la stessa scelta. Possiamo suscitare la consapevolezza delle cause della guerra e diffondere il dissenso tramite i media di base.


da Alternativa Libertaria - dicembre 2007
Foglio telematico della FdCA