Memoria corta

 

Tra gli obiettivi che costituiscono la piattaforma rivendicativa sulla quale è stata indetta la mobilitazione antirazzista del 4 dicembre, la parte principale è rappresentata dalla richiesta di abrogazione della legge Bossi-Fini. A patto che non si torni alla precedente Turco-Napolitano e alla “cultura” che l'ha ispirata... Infatti, se l’attuale governo di centrodestra ha peggiorato le condizioni di milioni di migranti con l’introduzioni di norme che riducono le loro garanzie sociali, l’impianto legislativo rimane quello approvato dal precedente governo di centro-sinistra che si inserisce in quel processo di fortificazione delle frontiere europe e della nascita nella cultura politica dominante, durante il percorso europeo da Schengen ad Amsterdam, dell’idea che l'immigrazione irregolare e clandestina rappresenti una minaccia all’ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini.

Il 27 marzo 1998 la legge Turco-Napolitano entra in vigore con l’intento di superare la precedente legge sull’immigrazione (legge Martelli) ed adeguare la legislazione italiana alle linee guida dettate dall’accordo di Schengen. Il 31 marzo termina infatti il periodo di transizione per l’ingresso dell’Italia nell’area Schengen.

Perno della legge 40 è la regolamentazione dei flussi migratori d’ingresso sulla base delle richieste del marcato del lavoro. Le quote massime degli immigrati che possono entrare in Italia vengono stabilite, una volta l’anno, attraverso un decreto emanato dal presidente del consiglio. Per quanto riguarda la clandestinità, la normativa Turco-Napolitano non è morbida: è previsto l’arresto dai due ai sei mesi e l’espulsione con accompagnamento per chi è entrato in Italia più volte abusivamente. Vengono inoltre istituiti i famigerati Centri di Permanenza Temporanei dove trattenere gli stranieri in attesa di espulsione.

La legge Bossi-Fini, mantiene lo schema della Turco-Napolitano, pur apportando numerose modifiche e restrizioni. La novità principale della legge è il contratto di soggiorno per lavoro che lega mani e piedi dei lavoratori migranti ai propri padroni.

Con il contratto di lavoro il diritto di esistere per i migranti è esclusivamente nel lavoro. Il confine tra regolarità e irregolarità è così sottile che la perdita del lavoro per il migrante si traduce automaticamente in clandestinità.

Le altre misure sono essenzialmente restrizioni della legge Turco-Napolitano e riguardano:

L’opposizione alla legge razzista di Bossi e Fini non può farci dimenticare le responsabilità del centro-sinistra che ha avvallato politiche discriminatorie e sicuritarie nell’ottica di una gestione dei flussi migratori al fine di una generale precarizzazione e flessibilizzazione del mercato del lavoro.

Pertanto, il nostro rifiuto è rivolto ad ogni legislazione speciale che ha come obiettivo la divisione dei lavoratori in cittadini di serie A e serie B.

Alterlinus


da Alternativa Libertaria - dicembre 2004, foglio telematico della FdCA