Dies I.R.E.

 

La riforma fiscale si completerà con l’adozione dell’IRE in sostituzione dell’I.R.PE.F.

L’obiettivo finale dell’IRE prevede l’applicazione di 2 sole aliquote fiscali: 23% fino a 100.00,00 euro e 33% oltre, in luogo delle attuali 5 aliquote: aliquota minima 23% fino a 15.000,00 euro, aliquota massima 45% per i redditi superiori ai 70.000,00 euro. Le ingarbugliate proposte degli ultimi giorni contemplano una transizione con tre aliquote.

In ogni caso, pur non conoscendo ancora i termini esatti della annunciata trasformazione delle “detrazioni fiscali” in “deduzioni fiscali” con maggiori benefici per i redditi più bassi (per ora sono solo principi), è possibile affermare che, pur “apprezzando” i vantaggi che l’applicazione dell’IRE arrecherà a favore del ceto medio e non solo, la stessa si trasformerà in un vero e proprio finanziamento di stato a favore dei ceti già ricchi: “meglio perché saranno ancora più incorruttibili”!

I percettori di reddito superiori a 100.000,00 euro godranno di un beneficio fisso annuo, derivante dalla minore tassazione, corrispondente a €13.712,00 (-37,35%) per il primo scaglione (appunto fino a 100.000,00 euro), oltre €1.200,00 (-12%) per ogni ulteriori 10.000,00 euro di reddito dichiarati.

Il tizio che dichiarerà un reddito di 500.000,00 euro risparmierà €61.712,00 di IRE.

E’ possibile ipotizzare una netta ripresa dei mercati delle auto sportive, dei gioielli “quelli veri”, ... anche delle barche da diporto e perché no anche una minore evasione fiscale!

Vedrete dichiareranno di più tanto pagheranno sempre lo stesso!

I redditi più bassi, invece... Potranno “acquistare” l’aumento dei prezzi per la mancata abolizione o riduzione effettiva dell’IRAP che grava a carico delle imprese commerciali.

Bari


da Alternativa Libertaria - novembre 2004 bis, foglio telematico della FdCA