Il generale autunno
Sciopero generale dei sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil tutti e 3 insieme il 24 ottobre. Non accadeva dal 16 aprile 2002. E forse non sarebbe più accaduto se il governo non ce li avesse costretti. Non l'avevano messo in conto Cisl e Uil, dopo aver firmato il Patto per l'Italia, nonché tenuto aperte tutte le porte al dialogo sociale col governo. Non l'aveva messo in conto nemmeno la Cgil, passata con Epifani ad una strategia biennale in cui ricucire con Cisl e Uil, firmare i contratti in sospeso, recuperare un'intesa con la Confindustria col documento congiunto sulla competitività e, soprattutto, tenere basso il conflitto sociale, dopo un anno vissuto pericolosamente, per non spaventare gli elettori moderati in vista delle elezioni politiche. Questo dello sciopero generale contro la revisione del sistema pensionistico sembra proprio un incidente di percorso: su quella delega c'erano gli spazi per dialogare, ma il governo gli ha sbattuto la porta in faccia. La sfida sembra chiara: se lo sciopero generale non ottiene risultati, si tratta di una sconfitta per tutti i lavoratori; e se li ottiene saranno tali da rompere nuovamente una precaria unità sindacale, come accadde proprio dopo il 16 aprile 2002 col Patto per l'Italia.
Sciopero generale dei sindacati di base il 7
novembre. Ma non tutti insieme. Il cartello che aveva fatto ben sperare il 15
febbraio ed il 18 ottobre 2002 si è frantumato. Il 7 novembre ci saranno solo
CUB/RdB, SLAI Cobas ed USI. Tutti gli altri saranno in sciopero il 24 ottobre.
Lo sciopero del 7 novembre è ugualmente contro la revisione del sistema
pensionistico,
ma intende distinguersi da quello del 24 ottobre per contestare l'appoggio di
Cgil-Cisl-Uil alla riforma Dini del 1995, nonché le loro politiche concertative.
Esiste il rischio concreto che lo sciopero del 7 novembre si riveli un flop, con
grave pregiudizio per il cammino del sindacalismo di base, già sofferente "alla
base" per questa indizione alternativa.
Sciopero generale annunciato della FIOM-Cgil il 7 novembre. Continua la Fiom la sua battaglia solitaria ma fortemente sostenuta dei lavoratori metalmeccanici, per rendere inefficace il contratto separato firmato da Confindustria con Cisl e Uil e per contestare i processi di deindustrializzazione. E' però difficile pensare che la coincidenza della data del 7 novembre porti qualche vantaggio ai 3 sindacati di base. Lo scontro sociale sulle pensioni è di quelli che richiedono la maggiore unità possibile di tutti i lavoratori; lo scontro è tale da richiedere una mobilitazione ampia e compatta che in questo momento abbia come obiettivo la difesa del sistema previdenziale pubblico.
Perché oggi è questa la posta in gioco!
DR
da Alternativa Libertaria - novembre 2003, foglio telematico della FdCA