La canzone di Carla

di Ken Loach

 

Glasgow, Scozia. Conducente di autobus si innamora di una giovane e misteriosa nicaraguense. La complessa situazione di Carla spinge George ad affrontare un pericoloso viaggio in Nicaragua nel tentativo di aiutare la ragazza a sciogliere il terribile passato che la perseguita giorno e notte.

L'agenda nascosta, Riff-Raff, Piovono pietre, Terra e libertà, e ora La canzone di Carla: continua l'indagine di Loach sulle conseguenze del capitalismo. In questo ultimo film il regista si sofferma, in particolare, sulle atrocità compiute dall'imperialismo americano in Nicaragua, nel tentativo di rovesciare il governo Sandinista che, a seguito della rivoluzione, ha instaurato un sistema di stampo comunista.Il personaggio di George, con cui lo spettatore europeo si identifica più facilmente, è controverso: egli sembra vivere senza la minima consapevolezza dei processi politici mondiali (viene a conoscenza della situazione del Nicaragua dalla sorellina), pur essendo dotato di un senso di solidarietà nei confronti della classe sociale più debole a cui lui stesso appartiene. George è un egoista e un impulsivo, ma non è omologato al sistema, non si assoggetta totalmente alle regole della società capitalista: non gli importa, infatti, di perdere il lavoro pur di portare Carla sulle Highlands sequestrando l'autobus pubblico. Carla è un personaggio più complesso: ha vissuto gli orrori della guerra dei Contras in Nicaragua, ha visto torturare Antonio, il suo compagno; ha vissuto insieme a George la distruzione del villaggio di contadini in cui è cresciuta. Carla come tutti i contadini difende la rivoluzione che ha portato il comunismo: "il governo dà la terra ai contadini" "questi 500 ettari erano di uno solo, ora ci lavorano e ci vivono 40 famiglie". Ma il comunismo è solo questo?

A differenza dei precedenti, in questo film sono poche e scarsamente approfondite le scene "politiche", ma anche le scene incentrate sui sentimenti dei personaggi sono molto sfumate, poco definite. L'intenzione del regista era, forse, mostrare le implicazioni dell'imperialismo americano attraverso la vicenda amorosa dei due protagonisti? oppure era quella di sviluppare una coscienza politica più ampia in un giovane europeo un po' superficiale, calandolo improvvisamente nel bel mezzo di una delle più efferate guerre imperialiste dei nostri giorni?

Qualunque fosse l'intenzione di Loach, il messaggio non risulta molto chiaro.

Anche il ritmo del film appare troppo debole e altalenante per un argomento così complesso. Il regista, comunque, rende molto bene la frustrazione e la suscettibilità della popolazione europea, oppressa dai rapporti di forza e dalla precarietà che la società capitalista impone, a confronto con la gioiosità e allegria dei contadini nicaraguensi, nonostante vivano nella continua minaccia dei Contras armati e addestrati dalla CIA.

Il film merita di essere visto; Loach affronta un argomento che dovrebbe essere all'attenzione di tutti.

Lorenzo Mucchi


Da Alternativa Libertaria, ottobre 1996