Il nuovo che avanza e le donne

Donne al governo e nuova politica sociale

 

Fra le prime iniziative del nuovo Ministro alle pari opportunità, Finocchiaro, una delle donne vantate dal governo Prodi come segno di innovazione, c'è quella del doppio cognome ai nascituri, con la significativa introduzione del nome della madre, a significare riconosciuta parità fra uomo e donna anche nel campo della trasmissione del nome; come se questo fosse il problema centrale della vita dei nuovi nascituri e delle donne che li procreano, e non la disoccupazione, la restrizione del servizi sociali a cui questo governo collabora, e le mille difficoltà di un mondo che non tiene minimamente in conto le esigenze della collettività e dei singoli, ma quella del dio mercato.

L'iniziativa è stata propagandata come una svolta significativa da tutti (le donne parlamentari poi non sentono neppure più la differenza di appartenenza politica, ma solo quella significativa di genere); come se una proposta simile risolvesse d'ora innanzi tutti i problemi delle donne. Vi immaginate che gioia per mamme e bimbi poter trasmettere ed assumere il cognome per linea materna! Che grande riforma! Anzi che rivoluzione!

Automaticamente da questo discenderanno tutta una serie di cambiamenti nella vita di madri e figli: asili, scuole materne, scuole in generale a misura di bimbi, con orari tali da permettere alle donne di dividere equamente il proprio tempo fra lavoro, giocare con i figli e i propri svaghi; senza contare i ritmi di vita quotidiana umani, con città pulite, salubri, piene di giardini, giochi per i figli, ecc., ecc. Chi più ne ha più ne metta.

Poi con il doppio cognome tutto sarà più facile nella vita a due e per l'equilibrata crescita dei figli: la parità di diritti nella trasmissione del cognome fra padre e madre sarà chiaramente accompagnata dalla parità di doveri fra gli stessi, per cui i figli d'ora in poi cresceranno con meno traumi per la troppa presenza delle mamme e l'assenza dei padri; e così spariranno problemi giovanili e droga. Dite poco!

Senza contare che se le donne avranno un po' più tempo per gli svaghi e non solo per i doveri, gli uomini finalmente soddisferanno la loro voglia di fare badando a casa e figli equamente e non saranno più costretti a straordinari, doppio lavoro, impegni sportivi, ricreativi, per non annoiarsi.

Il lavoro poi sarà abbondante e uguale per tutti, con orari, ritmi di lavoro, retribuzioni finalmente eque tali da far smettere i lavoratori di lamentarsi che i padroni li sfruttano e creano apposta disoccupazione per poter continuare a sfruttare meglio. Addirittura ci si potrebbe allora accorgere che si potrebbe far senza padroni e abolirli per decreto.

Con una sola legge (e ci auguriamo che passi!) si cambierà il mondo. Non l'ha detto anche Marx che basta cambiare le sovrastrutture per avere automaticamente il cambiamento completo delle vecchie strutture della società capitalistica (riscrittura del Capitale d'età postdalemiana e tardoveltroniana, ad uso degli imbecilli di fine secolo, età nella quale la storia fu riscritta e vennero così cancellate tutte le fandonie diffuse da comunisti, anarchici, antifascisti, utopisti dell'era precedente. Pace all'anima loro che non vollero convertirsi al nuovo che avanza).


Da Alternativa Libertaria, ottobre 1996