Lottare in modo pacifico contro il muro a Budrus

 

Io vivo a Budrus, un villaggio di 1.200 abitanti all'ovest di Ramallah. Il Muro circonderà completamente Budrus e altri 8 villaggi e ci separerà dal resto della Cisgiordania. Non ci sono ospedali, università o istituzioni civili in questi nove villaggi e molti degli abitanti lavorano a Ramallah.

Grazie al Muro migliaia di palestinesi non potranno andare a lavoro, a scuola, all'università o in ospedale. Viviamo già in una prigione, circondati dalle colonie e dai punti di controllo.

Perciò quando ci sarà il Muro diventerà una prigione dentro una prigione. Io sono una giovane palestinese che sogna fare il medico.

Ma forse il Muro non mi permetterà di studiare all'università.

La costruzione del Muro è iniziata a Budrus il 23 novembre 2003 e abbiamo subito cominciato a manifestare pacificamente la nostra opposizione.

Le autorità israeliane avevano intenzione di impossessarsi di circa 100 ettari della nostra terra e di distruggere i nostri uliveti.

Il giorno in cui sono iniziati i lavori di costruzione, i soldati hanno formato una barriera per impedire che potessimo raggiungere le ruspe, ma io ho potuto evitarli e mettermi seduta davanti alla ruspa.

Quel giorno abbiamo bloccato la costruzione.

Abbiamo manifestato in modo pacifico per tre mesi fino al 1 marzo, quando le autorità israeliane ci dissero che avrebbero spostato il percorso del Muro fino alla Linea Verde, in modo che Budrus non avrebbe perso le sue terre. Ma non molto tempo fa, le autorità israeliane ci hanno informato che volevano comunque prendere 18 ettari di terra nostra e che Budrus e gli altri 8 villaggi sarebbero stati Anarchici in Israele comunque circondati dal Muro.

Per questo intendiamo continuare la nostra lotta contro il furto delle nostre terre. Sebbene le nostre manifestazioni siano pacifiche, i soldati israeliani hanno finora ferito 102 persone. Hanno usato granate ad urto, lacrimogeni e proiettili di metallo ricoperti di gomma e hanno bastonato gli uomini e le donne con i loro manganelli. A Biddu e a Beitunia, due villaggi vicino a Gerusalemme, i soldati hanno ucciso sei persone durante le proteste contro il Muro. L'esercito israeliano ha cercato di porre fine alle manifestazioni a Budrus arrestando alcuni manifestanti. Tredici uomini di Budrus sono stati arrestati, tra cui mio padre, due zii, due cugini e un mio compagno di classe.

La violenza dei soldati mi spaventa, ma per poter realizzare i miei sogni devo partecipare alla lotta pacifica contro quel Muro.

La resistenza non-violenta contro questo Muro ha bisogno di tutti. La nostra intera comunità ha partecipato alle proteste, uomini e donne, vecchi e bambini, e palestinesi con israeliani e stranieri.

Non avevo mai avuto a che fare con degli israeliani come amici. Gli israeliani erano sempre occupanti e soldati. Ma durante la prima manifestazione ho conosciuto tre donne che sono diventate le mie prime amiche israeliane.

Non credono che il Muro porterà loro sicurezza, e vorrebbero che più israeliani ancora potessero vedere quel che succede. Ora ho molti amici israeliani. Un rapporto di amicizia tra palestinesi e israeliani è importante, perché io guardo verso un futuro dove ci sarà una Palestina delineata dalle confini del 1967, accanto all'Israele. Per la sicurezza e la comprensione serve l'amicizia.

Vi preghiamo di aiutarci a mettere fine a questa occupazione militare israeliana della nostra terra.

[Da un articolo di Iltezam Morrar, di 15 anni. L'intero articolo si trova in "Siamo tutti Anarchici Contro il Muro", opuscolo della collana Quaderni di Alternativa Libertaria, FdCA.]


da Alternativa Libertaria - ottobre 2004, foglio telematico della FdCA