Repressione:
Da Ginevra a Messina

 

Finalmente dopo alcune settimane di detenzione sono stati scarcerati il compagno e la compagna che erano stati arrestati per i fatti delle manifestazioni del g8 di Evian.

La polizia elvetica dopo le manifestazioni e gli incidenti ha continuato e continua ad indagare colpendo il movimento e creando il panico nei gruppi "no global".

Ginevra purtroppo sta diventando il laboratorio di repressione per tutta la Svizzera: la polizia è arrivata a pubblicare sui giornali e sul loro sito internet la foto di gente mascherata durante le manifestazioni, foto che per di piu mostrano persone che sfilano pacificamente con il viso coperto, spingendo i cittadini e la popolazione a denunciare magari il proprio vicino di casa se in possesso della stessa felpa degli accusati.

Anche dopo mesi dalla fine del contro-G8 a Ginevra è praticamente vietato riunirsi in luogo pubblico e discutere in più di 5 persone e tutte le manifestazioni sono vietate.

Finalmente, ma solo domenica 21 settembre, il muro della paura è stato abbattuto e centinaia di persone ha manifestato per la scarcerazione dei due compagni in galera.

Ma la repressione continua in Svizzera e continua in Italia, che vede ancora dietro le sbarre del carcere di Messina per i fatti di Genova, il compagno Francesco Puglisi che dal 4 dicembre subisce questo trattamento da parte dello stato e che rischia 20 anni di prigione.

Zilvia


SOSTENIAMO GLI SCIOPERI A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA

 

Mentre la scure dei tagli agli organici, ai finanziamenti, alle immissioni in ruolo dei precari si abbatte senza pietà per MANCANZA DI SOLDI, si trovano ben 90 milioni di euro in 3 anni da dare alle famiglie, a conferma della concezione familistica morattiana nel processo educativo.

Questo provvedimento segue quelli estivi con cui lo Stato passava oltre 300 milioni di euro alle Direzioni regionali scolastiche ed altrettanti alle amministrazioni regionali per finanziare le scuole paritarie (ex-private).

Ma se poi entriamo nelle nostre scuole possiamo verificare

D.R.


Pescato dalla rete.... Treni, +2%

 

Arrivano altri aumenti sui biglietti dei treni. Il Cipe, infatti, ha dato l'ok a un incremento del 2%. C'è da dire che le Ferrovie dello Stato, ovvero Trenitalia, avevano avanzato una richiesta superiore al 4%. A porre un freno è stato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, preoccupato dai riflessi sull'inflazione. Trenitalia, ovviamente, protesta. «I mancati adeguamenti delle tariffe - spiegano fonti di piazza della Croce Rossa, riportate dal quotidiano Finanza e Mercati - costano alla società circa 60 milioni di euro l'anno, l'equivalente del costo di tre Eurostar».

Ovviamente, il "buco" nel bilancio delle ferrovie si trasferirà direttamente sui biglietti... Nell'ultima rilevazione Istat sulle città campione, i trasporti ferroviari hanno partecipato ad alzare l'indice dell'inflazione con un balzo del 3, 1% (rilevato a Torino).

I trasporti aerei e quelli navali segnano entrambi un incremento negativo.


Ipse dixit

 

L'esperienza storica ci dimostra che non è attraverso l'inseguimento della socialdemocrazia o di scelte di politica di sviluppo nazionale, con il legarsi a una parte della borghesia invece che a un'altra, che si può cambiare la struttura dell'attuale società.

Solo un movimento operaio che abbia una coscienza di classe elevata, che punti all'unità degli obiettivi di lotta, che sappia unificare attorno a questi gli occupati, i disoccupati, gli immigrati, i marginalizzati in una logica di opposizione anticapitalista, può battere il controllo totale del capitale.

Riportare all'attenzione delle masse il problema del possesso dei mezzi di produzione e dell'estrazione del plusvalore, puntare come obiettivo di un programma minimo alla massima occupazione, ad aumenti salariali, a condizioni di vita e di lavoro sempre migliori deve accompagnarsi all'inserire tra questi obiettivi anche i lavoratori immigrati, rivendicando con forza il loro diritto all’esistenza e alla visibilità, al lavoro come alla casa. Si potrà così spezzare la catena della contrapposizione fra garantiti e non garantiti e quindi si romperà la possibilità di giocare su questa contraddizione da parte del capitalismo.

(A.Dadà - Dal Programma minimo dei comunisti anarchici, 1997)


da Alternativa Libertaria - ottobre 2003, foglio telematico della FdCA