Editoriale:

L'unione fa la forza

 

Le divisioni, le rotture, le contrapposizioni fra lavoratori italiani e stranieri, servono solo a mantenere il dominio di una struttura economica che provoca queste lacerazioni, che ha bisogno di un mercato del lavoro debole, frastagliato, con figure di lavoratori forti e un settore debole rappresentato principalmente da immigrati, donne e giovani.

Compito dei lavoratori che vogliono dare forza, rivitalizzare una reale opposizione a questo sistema economico che spezza realtà sociali, che crea divisioni e contrapposizioni fra lavoratori, è quello di unire il più possibile lavoratori di razza, religione, sesso diversi.

L'unione fa' la forza, hanno detto spesso i lavoratori organizzati; la forza di cambiare questo mondo, di arrivare a crearne uno dove l'uomo abbia valore in sé, e non come merce, dove i popoli possano valorizzare le loro risorse culturali, ma soprattutto si liberino dall'oppressione economica capitalistica e possano gestire liberamente, in maniera autogestita, una società più libera ed egualitaria.

La solidarietà fra i popoli e l'internazionalismo per noi comunisti anarchici non sono parole vuote, semplici slogan; sono gli elementi indispensabili della nostra teoria dalla quale quindi deriva un approccio con i problemi dei rapporti fra i popoli diverso dalla visione solidaristica che oggi accomuna settori della società e forze politiche così diversi, dagli ex comunisti, ai cattolici, fino ai vari tipi di integralismi che oggi purtroppo prosperano in tutte le società.

Bisogna quindi che il movimento di opposizione anticapitalistica italiano ed europeo faccia chiarezza su questo problema; ne verrà sicuramente rafforzata la possibilità di azione politica unitaria e la rinascita di un'opposizione di classe in Europa, ma anche i legami internazionali fra forze anticapitalistiche, i soli che possono permettere un cambiamento reale della società attuale.


da Alternativa Libertaria - ottobre 2003, foglio telematico della FdCA