Muro contro muro

 

La costruzione del muro che deve separare i territori occupati dai villaggi palestinesi continua, e continua nonostante le proteste e le mobilitazioni pacifiche che vedono uniti palestinesi e pacifisti israeliani. In Israele molti sono ormai convinti che questo muro non contribuisca affatto ad aumentare la sicurezza nazionale ma serva esclusivamente ad impedire la sopravvivenza stessa di interi villaggi, rapinando l’acqua e distruggendo oliveti e campi.

E nonostante per il governo si tratti solo di una misura di sicurezza, la Corte Suprema israeliana e la Corte Internazionale hanno dichiarato che il percorso del muro è illegale perché danneggia seriamente le vite degli abitanti della zona. Sorge la domanda: hanno preso davvero la sicurezza nazionale in considerazione con questo trattamento crudele? Quando le sue risorse sono state rubate, i suoi alberi sradicati, la sua dignità calpestata una persona diventa per questo più o meno pericolosa?

Quindi, se non è una questione di sicurezza, che cosa si nasconde dietro la decisione di costruire un tale recinto?

La risposta vera ma triste è una: RIMOZIONE.

Non quel tipo di rimozione forzata, dove la gente viene caricata sui treni e portata via, ma una rimozione silenziosa, dove si rende la vita talmente insopportabile che rimangono due sole opzioni: andarsene o scoppiare.

Uomini, donne, bambini e anziani hanno lasciato i loro villaggi per cercare di bloccare le ruspe con i propri corpi in un tentativo di impedire la distruzione e il furto. Il gruppo degli Anarchici Contro il Muro contribuisce attivamente alla delegittimazione del Muro come strumento per l'annessione di territorio palestinese e la rimozione dei suoi abitanti.

Anche l'aumento di sostegno popolare tra i palestinesi per l'azione diretta non violenta deve molto al loro operato.

Ci sono stati molte piccole vittorie che, sebbene siano servite solo a rallentare la costruzione del Muro, hanno contribuito ad una crescente sicurezza nelle proprie capacità di sempre più persone e a un radicamento della lotta nonviolenta.

La lotta dei compagni israeliani continua, e la risposta sempre più pesante dell’esercito, che non allenta la morsa della violenza neanche davanti a cittadini israeliani, contribuisce a creare visibilità e sostegno anche nella società civile israeliana.

Per questo sosteniamo gli Anarchici Contro Il Muro e i comitati popolari palestinesi di resistenza contro il muro, aderendo alla giornata internazionale di mobilitazione indetta per il 22 ottobre.

FdCA


da Alternativa Libertaria - settembre 2004, foglio telematico della FdCA