OLIVOPOLIO

 

Un tempo in Italia c’era una maggioranza al potere (sempre la stessa a dispetto dei mutevoli governi) ed un’opposizione che con il passare degli anni ha lavorato sempre più alacremente per farsi omologare. Le cooperative sono servite per aiutare il partito e dimostrare di avere "capacità imprenditoriali". Sono venuti gli anni di piombo e si è contribuito a creare le leggi più liberticide dai tempi del fascismo.Si è poi sposato sempre più strettamente il liberismo economico, perché le forze sane del paese non possono mica essere trattenute da lacci e lacciuoli. 

E così, un po’ per volta, le leggi della concorrenza economica hanno cominciato a mostrare i loro risultati anche in campo politico. Oggi, da una parte, siamo circondati da decine/centinaia di marchi di fabbrica diversi in ogni settore ad indicare un pullulare di uomini e donne in competizione fra loro per servire al meglio i clienti. Ma se si scava appena un poco (o, più semplicemente se si mette in azione la nostra memoria) ci si ricorda, ad esempio, che l’Alfa, la Lancia, la Ferrari sono la stessa cosa. Dall’altra parte, sul fronte politico, abbiamo Rinnovamento Italiano, i Popolari, i Democratici di Sinistra, i seguaci di Di Pietro etc., ma se si guarda per bene (di nuovo, non ci vogliono grandi sforzi), troviamo lo stesso anelito, gli stessi programmi, lo stesso olivopolio. 

Ma no, l’omogeneità di intenti dentro la coalizione dell’Ulivo è un bene, la testimonianza che si sta andando verso il bipolarismo: idee contrapposte che si affrontano e si sfidano, permettendo alle masse di scegliere chiaramente fra ipotesi alternative. Volete finanziare le scuole private o mettere sullo stesso piano la scuola pubblica e quella privata? Volete dare maggiore libertà alle imprese, perché creino posti di lavoro o volete aumentare la flessibilità del mercato del lavoro? Volete un esecutivo più forte ed ancor meno controllato e controllabile dagli elettori o volete una repubblica presidenziale? Volete aumentare l’autonomia dei governi locali o volete che le regioni, le province ed i comuni abbiano più voce in capitolo?

In tutti questi casi, potete schierarvi da una parte o dall’altra, contribuendo ad una maggiore chiarezza che nel passato. Questo è il grande risultato della seconda repubblica, un risultato davanti agli occhi di tutti.Ma forse voi pensate che l’istruzione sia una materia troppo delicata per essere delegata a non meglio precisati (o troppo ben conosciuti) privati?

Istruire vuol dire contribuire a creare una coscienza in un modo piuttosto che un altro. Non c’è da preoccuparsi, la coscienza e soprattutto la conoscenza sono optional. A cosa vi serve conoscere il passato per analizzarlo criticamente ed avere strumenti per capire quello che succede intorno a voi? A nulla, il passato è passato e per quello che succede oggi è troppo tardi, e poi ci sono quelli che lo fanno di mestiere. Meglio comprarselo un titolo di studio.

O forse, voi pensate che le imprese usino la flessibilità per incrementare il profitto di un gruppo sempre più ristretto di persone. Siete di nuovo malfidati: sono anni che ci parlano del problema della crescente sovrappopolazione mondiale. Quale soluzione migliore che togliere ricchezza a fette consistenti di popolazione. Oggi non è più come un secolo fa che un povero era stimolato a fare figli perché essi erano forza lavoro nei campi; oggi un figlio costa e quindi aumentare la povertà serve nel lungo periodo a ridurre la popolazione.

Infine, non perderò tempo a parlare delle forme di governo, perché sta per iniziare una trasmissione sui mondiali di calcio e non me la voglio perdere.

Ricordatevi però che, da Biscardi, tempo addietro potevate trovare la Pivetti e, prossimamente, Di Pietro. Quindi, non accusatemi di qualunquismo. 

Antonio Politi

Da Alternativa Libertaria, giugno 1998