Lehning e gli anarchici italiani
UNA VITA ESEMPLARE LUNGA UN SECOLO

 

Militante e storico

E’ morto il 1 gennaio del 2000 Arthur Lehning, nato a Utrecht il 23 ottobre 1899. La sua vita, che ha attraversato tutto il secolo passato è stata caratterizzata da un impegno costante come antimilitarista e anarcosindacalista oltre che uomo di cultura libertaria ed internazionalista e come studioso della storia del movimento operaio e dell’anarchismo.

Nato in Olanda da famiglia tedesca protestante, egli trascorre la prima parte della sua vita soprattutto fra Olanda e Germania, laureandosi in Economia in Olanda. Attivo antimilitarista, nella tradizione del movimento anarchico e socialista olandese, si impegnò subito nell’azione politica come anarcosindacalista, contribuendo alla fondazione e alla vita dell’Associazione Internazionale del lavoratori (A.I.T.) fondata nel 1923 dalle organizzazioni sindacaliste di sinistra non legate all’Internazionale dei sindacati collegata alla III internazionale.

Nel contempo fu fra gli intellettuali di spicco europei con carattere cosmopolita, curando la rivista "I 10. Organo di tutte le espressioni della sinistra moderna, delle nuove correnti dell’arte, delle scienze, della filosofia, della sociologia" che si pubblicò ad Amsterdam fra il 1927 e il 1929, e che vide la partecipazione della avanguardie artistiche, letterarie e scientifiche del tempo.

Costretto all’esilio in Olanda dall’ascesa del nazismo, Lehning fu fra i fondatori nel 1935 dell’Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis, l' Istituto di Storia Sociale di Amsterdam, che oggi è il più importante nel mondo. Egli si dedicò con la stessa passione che aveva dedicato alla militanza politica alla raccolta di materiali rari, archivi e pubblicazioni della sinistra europea, curando in particolare il settore anarchico e gli archivi dell’area latina e francese.

Con l’inizio della seconda guerra mondiale fu il responsabile del trasferimento dei materiali accumulati dall’Istituto in Inghilterra, prima a Harrington, poi ad Oxford. Per lungo tempo, tornato in Olanda con le carte dell’Istituto, ne fu il direttore, curò con passione e acume critico l’edizione critica di tutte le opere di Bakunin, lasciando a studiosi e militanti un lavoro che è una fonte essenziale e indispensabile per la storia dell’anarchismo e del movimento operaio internazionale (l’edizione originale che comprende sette volumi è stata edita dal 1965 al 1979 in Olanda e Francia ed è la fonte più sicura degli scritti di Bakunin, non sempre tradotta al meglio nell’edizione italiana edita dal 1976 al 1985).

L’elenco delle opere più importanti di Lehning è ora disponibile nel "Bulletin", n. 56 del Centre Internationale de Recherches sur l’Anarchisme e nel sito dell’Istituto di Amsterdam nel quale è in preparazione nel momento in cui scriviamo un link specifico in onore di Lehning che potrà essere utilmente consultato.

 

Lehning e gli anarchici italiani

Gli anarchici italiani hanno avuto modo di conoscere l’opera di militante e di storico di Lehning molto poco, se non per alcune partecipazioni a convegni di studi negli anni’70 su Bakunin e la I Internazionale e sui rapporti fra marxismo e anarchismo durante la rivoluzione russa, argomento sul quale fin dal 1973 si dispose in italiano della traduzione del suo lavoro specifico "Marxismo e anarchismo nella rivoluzione russa", ristampato di recente e che merita una particolare attenzione per tutti coloro che desiderano conseguire una conoscenza specifica delle idee e della dottrina sociale dell'anarchismo.

Per i gruppi di giovani che agli inizi degli anni ‘70 cercavano di far uscire la Federazione Anarchica Italiana dalla "staticità purista" nella quale l’avevano confinata varie vicende del dopoguerra, le letture dei lavori di Lehning, insieme ai contatti con il resto dell’anarchismo europeo, più dinamico e prevalentemente su posizioni comuniste anarchiche, di tendenza organizzatrice, permisero a molti militanti di riscoprire le basi comuniste e di classe dell’anarchismo bakuninista. I volumi delle opere di Bakunin edite da Lehning, i suoi scritti che si pubblicarono in italiano prevalentemente fra il 1971 e il 1978, offrirono spunti e suggerimenti per consolidare questo ritorno alle origini bakuniniste dell’anarchismo, per tornare all’azione di massa, nelle varie forme che questa prendeva ( sindacati, strutture di base, collettivi), ma anche per rifondare, come aveva detto Bakunin, "il partito", ovvero il legame organizzativo di chi si riconosceva negli ideali libertari e non solo lo propagandava con la parola, ma con i fatti.

Il centenario della fondazione della I Internazionale offrì a molti, anarchici e libertari, l’opportunità di ascoltare direttamente Lehning con il suo entusiasmo per le idee bakuniniste ancora valide nello scontro con la società capitalista e in costante polemica con la linea marxista, giudicata, ora come cent’anni prima, di accomodamento, di resa rispetto alle possibilità di azione di massa. Lehning non fu invitato al convegno "ufficiale" degli anarchici, egemonizzato dalla corrente antiorganizzatrice, ma partecipò a quello organizzato a Ferrara, intitolato "Marxisti e riministi". Si ebbe una partecipazione entusiasta di sostenitori delle tesi bakuniniste, appoggiate validamente dall’autorevole studioso di Bakunin.

Negli incontri olandesi abbiamo rivisto fino a una dozzina di anni fa, nonostante l’età, un uomo entusiasta della vita, attento alla vita materiale e politica mondiale, sempre informato e speranzoso della buona riuscita dei movimenti antiautoritari che allora ancor di più nascevano in varie parti del mondo.

Così ci piace ricordarlo, come esempio per chi non l’ha conosciuto: studioso rigoroso, ricercatore infaticabile, entusiasta militante antiautoritario, giovane anche in età matura per l’entusiasmo e la speranza nel futuro che derivava dalle idee bakuniniste.

Adriana Dadà

 

Bibliografia essenziale

Oltre ai volumi delle opere di Bakunin, si segnalano questi scritti pubblicati o tradotti in Italia:

da Alternativa Libertaria - giugno 2000, giornale della FdCA