Nirvana

di Gabriele Salvatores

 

Un virus informatico rende cosciente di sé il personaggio principale del videogioco "Nirvana" che un giovane programmatore sta ultimando per una grossa corporazione nipponica. Solo (il personaggio del videogioco) chiede a Jimi (il programmatore) di cancellarlo perché non riesce a vivere nella routine alienante del gioco elettronico. Grazie all'aiuto di due esperti di computer, dopo molte peripezie ed inseguimenti, Jimi riesce ad introdursi nel sistema informatico della corporazione e a cancellare l'ultima copia di Nirvana.

Lo sfondo in cui sono immersi i vari personaggi è quello di una società governata da grosse corporazioni che detengono la quasi totalità della ricchezza (il denaro, la tecnologia) in contrasto con un popolo al di sotto della soglia di povertà che vive di espedienti al limite della legalità. Non ci sono classi sociali intermedie. E' una società dell'immagine portata agli estremi: gli occhi sono l'unico tramite fra le persone ed il mondo (reale o irreale che sia); con la tecnologia si possono produrre immagini, con le immagini si può produrre una realtà (artificiale per chi la crea, reale per coloro che la subiscono) con cui 'drogare' il popolo e continuare a detenere il potere, cioè il denaro e i mezzi di produzione.

Regola numero uno: non permettere mai alle persone di prendere coscienza di sé e del proprio status sociale. Il virus, penetrato nel computer di Jimi, spezza questo incantesimo. Il personaggio del suo videogioco, Solo, non ubbidisce più al burattinaio, a colui che governa il sistema (il gioco) in cui lui è inserito. Ora gli occhi di Solo vanno al di là della realtà superficiale che lo circonda: ne disvelano il significato. E disvelare la realtà che ci sta intorno ogni giorno vuol dire capire se si è davvero liberi (qui torna un tema caro a Salvatores). La libertà non ha prezzo: Solo sceglie di morire piuttosto che vivere in un sistema ripetitivo ed alienante (come la fabbrica ?) senza poter modificare alcunché. Di nuovo Salvatores: la moderna società capitalista è vincente sull'uomo, non ci sono alternative né possibilità di fuga (come, invece, in Puerto Escondido). Si può solo morire.

Jimi è un giovane che ha acquisito delle conoscenze (puramente in campo tecnologico) che lo hanno reso ricco e blandito dalle corporazioni. Non si accorge di essere solamente sfruttato. Avvolto nei lussi che il denaro e i privilegi gli consentono non ha bisogno di guardare fuori dalla finestra. Egli esce dal suo guscio spinto, non dalla necessità di avere una visione più ampia della propria individualità, bensì dal sentimento che lo lega a Lisa da cui crede, erroneamente, di essere stato amato. Ognuno di noi vede fuori di sé ciò che vuole vedere, è come se avessimo un casco per la realtà virtuale in testa e, a volte, ciò che ci spinge a toglierlo è la necessità di soddisfare un desiderio inconscio (istintuale,acritico) come essere amati (cosa che il denaro non può comprare), piuttosto che la necessità di una visione critica di ciò che siamo e di ciò che facciamo.

Ci sono persone che rifiutano a priori la realtà in se stessa, anche se messe a contatto diretto e inequivocabile con essa, in quanto si ritiene sia troppo arduo affrontarla con gli strumenti che si possiedono. Tutto questo è ben rappresentato da Maria, personaggio del videogioco Nirvana, che, anche quando Solo le mostra (letteralmente) che sono entrambi solo un gioco elettronico, lei sceglie di non crederci, spostando la conversazione su faccende quotidiane. Maria, nel videogioco, è una prostituta; ha la pelle in bianco e nero, ma il vestito di colori cangianti che cambiano repentinamente. La donna, in questa società del futuro, è ridotta a oggetto del puro guardare.

Salvatores cura in maniera abilissima sia i personaggi del film, dotandoli di sfumature significative, sia le scenografie dove essi sono inseriti, basti pensare al mondo sotterraneo di Bombay City, luogo di sfoghi materiali e spirituali.

Qui Jimi viene condotto da Joystick, un ex navigatore pirata della rete alla ricerca di soldi per impiantarsi un paio di moduli oculari a colori visto che i suoi vecchi moduli in bianco e nero non funzionano e che si è venduto i suoi occhi naturali, e da Naima, una anarchica esperta di computer la cui memoria cerebrale può contenere i ricordi di un solo anno passato, essendo stata danneggiata durante un collegamento in rete nel tentativo di penetrare nella banca dati di una corporazione.
I tre riescono a trovare un virus che permetterà a Jimi di forzare le difese informatiche della sua corporazione e di cancellare, così, l'ultima copia di Nirvana come promesso a Solo. Per fare ciò Jimi dovrà affrontare le proprie paure recondite che i programmi anti-intrusione della corporazione gli mettono davanti.

Egli riesce nel proprio intento grazie all'aiuto di Naima (figura demiurgica) che, quando Jimi è catturato dalla realtà virtuale di Lisa che lo blandisce, gli svela in un orecchio la realtà reale, essendosi innestata la memoria di silicio lasciata dalla ormai defunta Lisa.

La memoria, propria e collettiva, è ciò che permette di avere gli strumenti per una critica attiva della propria vita e della società.

Finalmente un film di genere fantastico di produzione italiana degno di essere visto (merito in parte della computer graphics che ha abbassato i costi degli effetti speciali). Salvatores ha realizzato un film intelligente e profondo.

lorenzo mucchi


Articolo da Alternativa Libertaria - maggio 1997