Maori rock: Pic-nic a Hanging Rock

 

Iniziamo con questo scritto un viaggio che ci porterà ad esplorare l'influenza della musica rock fuori dai circuiti occidentali del music-business; la prima tappa è esattamente agli antipodi: l'Australia. Nel processo irreversibile di ecumenizzazione che il rock sta conoscendo in questi anni, si è notato quanto di buono ha saputo offrire l'articolata scena australiana. In realtà in Australia non esiste un vero e proprio movimento come in Occidente; ogni gruppo segue la propria strada in modo autonomo, per cui c'è un fiorire di bands ma solo rare eccezioni riescono a varcare i confini del continente (Hooloo Gurus, Triffids, Celibar Rifles ecc.).

In Europa, ma anche in America, si ritiene che l'Australia sia il continente del 2000; come di una terra d'avventura, di fantasia, dalle infinite opportunità di lavoro, delle sue immense risorse naturali; per i giovani australiana vita è molto più facile che altrove, l'assistenza sociale passa l'equivalente di £.150.000 a settimana al "non occupato", è facile trovare casa, occupazione ecc.

Questo non significa che non ci siano inquietudini e problemi per le masse giovanili. Ma torniamo alla musica: il primo gruppo che si affaccia sulla scena mondiale sono gli AC/DC considerata la principale formazione dell'hard rock degli anni '70 e sono da molti considerati i padrini di gran parte della generazione "metallica" del decennio successivo. Il gruppo si forma a Sydney nel ''75.

La loro musica è un hard rock che con il tempo assume toni furenti e impetuosi con ingredienti che vanno dall'irriverente al sessuale, al demoniaco; in scena, con una divisa, in pantaloncini, da birbante in collegio, è Bon Scott che scatena le folle con show pirotecnici e atletismo rock. Altro gruppo nato in quegl'anni ma di tutt'altro spessore artistico, apprezzato dalla critica, sono i Birthday Party, gruppo di Melbourne fieramente ispirati alla filosofia punk, che sfornano un disco dal titolo Missing link (1980) considerato uno degli album più inquietanti ed astratti della new wave; l'eco di quel disco li porta prima in Inghilterra poi nel resto del mondo.

Dalle costole del gruppo prende la via solistica il grande Nick Cave, rocker di primitiva violenza in gioventù, oggi poeta di musica ossessiva e visionaria; la sua musica offre una fosca rilettura della tradizione rock, folk e country, con una voce d'inferno e timbri melati; dopo gli straordinari esordi da solista che gli valgono un seguito di culto, a rafforzare l'aura maledetta del personaggio sono le drammatiche storie personali di droga ed alcool che lo portano al limite della morte.
Cave si convince a mettere ordine alla sua vita e, una volta affrontati i drammi personali, trova nuove lucide energie non solo in campo musicale ma anche in quelle letterario, pubblica King-Ink (Re Inchiostro); antologia di testi musicali, pieces teatrali e poesie; il romanzo "E l'asina vide l'angelo" (ambedue pubblicati in Italia).

L'approccio creativo a cui conduce il cambiamento verte su due aspetti: in primo luogo le definitive scelte di suggestione musicali le più elementari possibili (il blues) e quindi la crescente indagine poetica sul mondo circostante che lo accomuna a Tom Waits e a Leonard Cohen, anche loro soliti considerare i valori poetici prima di quelli eminentemente musicali. Con loro Cave divide un comune impulso a reperire le sue storie dalla Suburbia: locali fumosi, oscurità, vicoli stretti, alcool; dei suoi personaggi Cave ne indaga le perversioni, i pensieri risposti, il desiderio di nuocere agli altri e a se stessi: facile l'accostamento a Jean Genet.

Importante anche in Cave il rapporto artistico con il cinema di Wim Wenders con cui ha collaborato per le musiche di "Il cielo sopra Berlino", "Fine alla fine del mondo". Un'altra menzione spetta ai Died Pretty gruppo che nasce nel 1983 che si caratterizza per runa musica che amalgama il rock, il blues e la psicadelia anni '60; il loro repertorio spazia tra belle ballate quasi dylaniane accanto a disperati exercus anfetaminici; immedesimarsi nella loro musica è un atto catartico.
Veniamo ad un gruppo storico dell'era punk i The Saints la cui poesia sonora a tratti carezzevole e a tratti graffiante non ha più la brutalità dei giorni della "black generation" ma mantiene intatta la sua purezza e la sua vibrante espressività; la musa ispiratrice e la fida bottiglia di Jack Daniels, la voce solista, apparentemente sgraziata eppure così coinvolgente nel dipingere emozioni da risultare intensa e passionale.

LE NUOVE SPERANZE DEL ROCK AUSTRALIANO

La scena australiana, la più viva ed esplosiva del globo, è animata da bands, più o meno giovani, molte delle quali senza contratto e destinate a rimanere per lungo tempo in cantina. Ma visto che il rock è fatto anche e soprattutto di queste bands vediamo di citarne alcune.

THE HARD-ONS: trio proveniente da Sydeney, indiscussi protagonisti dell'hard-core ma parte del punk storico; approda, secondo un modello già sperimentato in altre metropoli occidentali, ad una forma di speed-music tutta potenza e velocità con frequenti punti di contatto con l'heavy-metal.

THE LIZARD TRAIN: formazione in arrivo da Adelaide; musica lisergica, dura e profondamente psicadelica.

NO MAN'SLAND: sono considerati il miglior gruppo della nuova ondata di Sydney con una sigla che sta idealmente all'opposto dei Sex Pistols: il sound si indirizza verso l'hard rock, ma molto originale.

CELIBATE RIFLES: sono la formazione di punta del punk australiano. La musica trae spunto dagli insegnamenti dei maestri: Stooges, NC5. Di originale gli australiani aggiungono un bel gusto nell'accostare violenza e dolcezza, frenesia elettrica e pacate emozioni acustiche. I rifles ottengono riconoscimenti e notorietà internazionale a metà degli anni '80 con una serie di concerti in Inghilterra e USA, ma a causa di una serie di defezioni intorno al nucleo originario il gruppo non ha più saputo mantenere i livelli dei primi lavori.

La panoramica potrebbe continuare perché colpisce la proliferazione di gruppi underground in questa immensa terra, in cui la città, la gente e tutto ciò che la riguarda assume connotati diversi rispetto alla realtà occidentale.

L'isolamento e la lontananza del continente sono state barriere notevoli sotto ogni aspetto alla creazione di una scuola musicale autoctona che non sia emulazione di grandi complessi occidentali. Seguiremo con interesse l'evoluzione del rock nella terra dei canguri perché siamo sicuri che il deserto e la sua millenaria desolazione possa ancora nascondere alcuni preziosi segreti.

gianrock2

DISCOGRAFIA ESSENZIALE

GO-BTWEENS: Spring rain (45 giri)
HOODOO GURUS: Blow your cool
THE SAINTS: I'm stranded
NICK CAVE: Kicking against the pricks -: The good son
CELIBATE RIFLES: Platters du jour
DIED PRETTY: Free dirt
AC/DC: Back in black
TRIFFIDS: Born sunday devotional


Articolo da Alternativa Libertaria - maggio 1997