Non spingete, ce n'è per tutti

 

Le elezioni più inutili della storia repubblicana hanno dimostrato per l'ennesima volta, dopo uno spettacolo troppo avvilente per essere avvincente nonostante la sapiente regia di regime, come al di là di tutte le intenzioni ogni illusione di mutamento politico non è contemplate dal corso della storia attuale, almeno attraverso la farsa della democrazia parlamentare.

Poche storie, il Fiscal Compact, approvato dal governo precedente nel marzo del 2012 ed imposto dalla BCE e dai governi europei approvato dice semplicemente che bisogna raggiungere il pareggio di bilancio. E' quindi un accordo europeo, lo Stato Italiano deve tagliare risorse per circa €40 miliardi all'anno per i prossimi 20 anni, ma, prevedenti come sono banchieri e Stati si sono accordati per la creazione di un Fondo Salva Stati, "ESM", che costerà all'Italia €125 miliardi nei prossimi 5 anni. Lo faccia pure chi vuole, basta farlo.

E', brutalmente, la difesa della borghesia europea rispetto alla crisi, un'accelerazione ed un incremento del più selvaggio liberismo che continua a fare pagare ai lavoratori ed alle classi sociale subalterne un conto salatissimo, due decenni di povertà assicurata per milioni di europei sacrificati in nome dell'accumulazione capitalistica.

Poco importa alla dirigenza della borghesia che queste politiche economiche abbiano aperto un baratro sociale di dimensioni catastrofiche, mancanza di lavoro, tagli e privatizzazioni sotto la scure dell'ortodossia liberista non impensieriscono i mercati finanziari, tutt'al più fanno traballare ed a volta mutare la condizione di rappresentanza politica data dal simulacro democratico comunemente accettato, ed il caso Italia ne conferma i tratti essenziali.

Dopo le elezioni politiche ed il golpe istituzionale avvenuto con la rielezione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è di fatto blindato il cammino delineato negli accordi europei; tutti i partiti, ad esclusione dei grillini che paiono smarriti dal troppo populismo innestato sulla questione politica, sono dentro questo processo, che continuerà con un governo di "Unità Nazionale" ad imporre ai lavoratori ed ai ceti popolari condizioni di povertà e di sfruttamento devastanti, in netta continuità con le politiche del governo Monti. La voragine politica si assomma a quella sociale: da un lato i popoli distrutti da queste politiche, dall'altra una classe borghese al potere che pensa alla propria sopravvivenza.

Ora, noi che non siamo mai stati per il tanto peggio tanto meglio, non possiamo esimerci dal constatare che il fossato che questa classe politica ha scavato tra sé ed il popolo non permette la costruzione di ponti, almeno in tempi brevi, di recupero del consenso sulle politiche devastatrici e criminali che ci vengono imposte, ed anche le stanche e vuote parole di sottomissione di Camusso, Bonanni ed Angeletti che continuano a brindare al vecchio corso scandito dalla devastazione sociale con la speranza di salvare qualche burocrate in più delle proprie organizzazioni verrà presto travolto e relegato al di là del fossato, con questa classe politica a difesa delle economie di guerra, sociale, che stanno per scatenare.

Come sempre in queste fasi storiche, dove si affaccia prepotente l'angoscia dei milioni di salariati distrutti dal capitalismo e dalle sue leggi, sarà importante non perdere la bussola; siamo in un processo economico di carattere europeo. Le nostre analisi e le nostre scelte di campo sono chiare da sempre, non solo per il nostro internazionalismo storico, ma perché dobbiamo riappropriarci di un altro punto di vista sulle questioni politiche e sociale: il nostro, quello di classe, il solo che possa scardinare questa situazione creatasi con l'esplicitazione dell'avvenuta conferma del percorso autoritario delineato dalle politiche della BCE, che anche in questi frangenti le vicende parlamentari italiano confermano.

Il nostro compito è come sempre quello di stare dalla parte degli sfruttati, costruire nuove regole di democrazia diretta, consigli ed assemblee in grado di sviluppare potere popolare diretto, fuori dalla compatibilità imposte dalla dittatura finanziaria. I comunisti anarchici saranno parte della risultante politica delle esperienze anticapitaliste in atto.
I compagni e le compagne della FdCA si impegnano a costruire nelle lotte e nelle pratiche anticapitaliste momenti di aggregazione che abbiano al loro interno la critica sistemica necessaria alla riaffermazione della difesa degli interessi dei lavoratori, per il rilancio dell'antagonismo di classe, nelle lotte di tutti i giorni con quanti riaffermano la propria dignità di lavoratori, partecipi a tutte le lotte per la difesa del lavoro e per la difesa dallo sfruttamento portate avanti sui territori contro il capitalismo.


da Alternativa Libertaria - maggio 2013, foglio telematico della FdCA