ANTIPODI

Primo numero seconda serie

 

Il 17 maggio esce il primo numero della seconda serie di ANTIPODI, rivista di politica e arte. Anticipiamo un frammento dell'editoriale.

E la sicurezza? È ovvio che l'agitare da parte del potere, e dei mass media che ne costituiscono l'ossatura, il problema della sicurezza risponde alla necessità di far rinchiudere ulteriormente ogni cittadino nel proprio guscio, con l'aggiunta dell'additare nel migrante il nemico da cui guardarsi: il nemico esterno è un buon modo per tenere vincolato il singolo al carro di chi detiene la chiave delle decisioni, come ben sapeva Orwell. Ed è altrettanto ovvio che il continuo far leva sugli episodi di cronaca nera contribuisce ad alimentare il clima di insicurezza individuale e ad incrementare il "bisogno di sicurezza".

Il cittadino medio però risulta così sensibile (anche se non quanto si vorrebbe) a questo tema perché ormai conosce un orizzonte di vita insicuro. Cadute le certezze collettive, cadute le garanzie d'impiego, in via di tramonto il Contratto Nazionale, ognuno fa i conti con un futuro incerto. La pensione è in discussione, i giovani hanno un lavoro precario e sottopagato, le fabbriche continuano a far dimagrire i propri organici, il potere d'acquisto dei salari decresce da più di tre lustri (grazie agli accordi estivi tra le parti sociali del 1992 e 1993), una massa di facce estranee ed affamate preme sulle periferie delle nostre città. Tutti i temi suddetti non trovano una risposta soddisfacente tranne l'ultimo.

E così su di esso si cerca di far concentrare le aspettative di miglioramento dei sudditi. Ai primi si può offrire solo una risposta individuale: pensione integrativa, stare buoni e non protestare per stabilizzare il proprio posto di lavoro, mettersi in proprio col rischio di fallire e con la prospettiva di arricchire, fare più straordinari magari detassati.

Alla risoluzione dell'ultimo si può delegare un apparato di forza pubblica (polizia, carabinieri, poliziotti di quartiere o quei bravi giovanotti delle ronde serali magari inquadrati in milizie locali) che facciano da vetro antisfondamento per impedire che i diseredati possano entrare, pur guardandolo dell'esterno, a prendere parte al pur misero banchetto che ci è concesso. Nulla importa che fuggano da condizioni di disperazione, che forniscano una manodopera indispensabile alla nostra economia, che si adattino a fare mestieri che gli autoctoni non vogliono più fare. Il nemico è fuori di noi e la nostra unica forma di unità residua è quello contro l'invasione dei non aventi diritti.

L'immigrazione diviene l'oppio dei popoli. Di chi è costretto ad emigrare alla ricerca di una vita più dignitosa, spesso inutilmente sognata, e di chi vede arrivare il migrante e può scaricare su di lui le frustrazioni derivanti dalle condizioni difficili che si trova a vivere, dimenticando che tutto ciò dipende dal proprio stato di sfruttato e da coloro che da questo sfruttamento traggono i veri benefici.

ANTIPODI
Primo numero seconda serie
SICUREZZA
Per richiederla: Crescita Politica Editrice, CP1418 50121 Firenze o fdca@fdca.it


da Alternativa Libertaria - 1-15 maggio 2008, foglio telematico della FdCA