Sindacalismo conflittuale

 

Con questo congresso la FIOM si trova a decidere se riallinearsi ad il sistema neo-concertativo della CGIL o continuare ad essere un sindacato di categoria più conflittuale.

Quando la FIOM diceva, nella piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale, che la politica dei redditi era finita, era perché le condizioni politiche e sociali lo avevano determinato, perché Maroni l'aveva dichiarata morta (ottimo motivo per ringraziare Maroni!!!).

Ma quelle condizioni non sono cambiate e non cambieranno e questo è il punto da cui dovrebbe ripartire la strategia sindacale FIOM, ed è per questo che le pretese del documento "Le ragioni del sindacato" di "... riconquistare un meccanismo regolativo della distribuzione delle ricchezze..." si dimostrano ormai fuori luogo.

Se poi con questo sistema si intende arrivare come nei trasporti a Torino, dove la CGIL ha firmato la legge Biagi, o come nei trasporti a Milano dove la CGIL non era al fianco dei lavoratori auto-organizzati che lottavano per il contratto, per avere ciò che gli spettava, allora la situazione è veramente pesante.

Però credo che il sindacato non può che essere conflittuale perché conflittuale è il rapporto che c'è tra i lavoratori e la classe dirigente. Quando ti trovi a lottare e finire all'ospedale per avere un salario decente o per non fare il doppio turno notturno come sta succedendo a Melfi non si può dire altro che il rapporto è conflittuale.

Lograno Giuseppe
RSU/FIOM CGIL


da Alternativa Libertaria - aprile 2004, foglio telematico della FdCA