L'EQUIVOCO AMBIENTALE

 

Queste brevi considerazioni sull'ecologia non hanno la pretesa né di essere esaustive, né di affermare particolari verità incontrovertibili, ma vogliono essere soltanto alcune riflessioni critiche per iniziare a pensare al problema ecologia con un approccio classista. Si parla tanto di inquinamento dell'atmosfera provocato dal traffico nelle aree urbane, invitando la popolazione a non usare il proprio automezzo, e al tempo stesso il governo, in un periodo di contrazione della spesa pubblica, vara un programma di incentivi per l'acquisto di automobili nuove. Sembra che inquinino solo le macchine vecchie, mentre le nuove, con la marmitta catalitica, spandano essenze balsamiche e profumi di violetta; si cerca di far credere che gli incidenti siano nella maggior parte dei casi causati dalla vetustità dei mezzi. Le marmitte catalitiche, in realtà, per funzionare in maniera efficiente hanno bisogno di riscaldarsi e ciò avviene solo nei grandi percorsi e non certamente nel traffico cittadino; le benzine cosiddette verdi emettono altre sostanze inquinanti tra cui i composti aromatici (p.e. il benzene) fortemente cancerogeni e che non vengono rilevati dalle centraline antinquinamento predisposte solo per i rilevamenti delle emissioni delle benzine al piombo utilizzate nei mezzi di locomozione di produzione mene recente. La maggior parte degli incidenti sono causati dal fattore umano (generalmente alta velocità) e non meccanico; quindi sia il contributo del governo sia le nuove norme per la revisione delle auto hanno lo scopo di sostenere il mercato dell'auto (in particolare la FIAT).

Gli ultimi dati delle vendite di gennaio confermano che la manovra ha avuto successo.

Il servizio pubblico di trasporto viene disincentivato in tutte le maniere; aumento dei costi dei biglietti al di sopra del tasso di inflazione, se nominalmente il biglietto non aumenta si inventano dei supplementi o dei meccanismi tra i più fantasiosi (di giorno sono stati aboliti dalle ferrovie gli espressi costringendo gli utenti a prendere gli Intercity e facendo loro pagare il relativo supplemento); vengono contemporaneamente diminuite le frequenze dei trasporti locali. Mentre si costruiscono infrastrutture per sostenere il trasporto privato (strade, autostrade, megaparcheggi), si mandano in malora i trasporti pubblici non adeguando l'offerta del servizio alle esigenze dei viaggiatori - la rete ferroviaria è la stessa dell'anteguerra, con esclusione della direttissima Roma-Firenze e al tempo stesso si disabilitano le tratte minori che riguardano il traffico pendolare - si diminuisce la manutenzione e si risparmia sul personale e ciò comporta minor sicurezza; non si sostituisce del materiale vetusto, e non si fa quasi nessun investimento e progetto di nuove infrastrutture. Le ferrovie negli ultimi dieci anni hanno diminuito di 80.000 unità il personale. Il trasporto merci avviene quasi tutto su gomma, e la politica del governo è condotta per confermare questa tendenza; raddoppio dell'autostrada nel tratto appenninico, progetti di nuove autostrade, nessun progetto né per il trasporto via mare o fluviale delle merci né tramite rotaia.

L'unico investimento effettuato dalle ferrovie è l'alta velocità: progetto utile soltanto a produrre utili ai grandi complessi industriali e che distrugge sia il territorio che il tessuto sociale dei luoghi interessati al progetto. L'alta velocità non è tecnicamente compatibile con il resto del materiale rotabile, non trasporta merce, il biglietto avrà un costo alto, per cui sarà utilizzato da un utenza abbiente che non ha tempo da perdere sulle autostrade intasate. I lavori sia di progettazione che di esecuzione delle opere sono state date con licitazione privata e non con gara d'appalto pubblica, in tempi brevissimi prima che diventassero operative le norme comunitarie che obbligano l'effettuazione delle gare di appalto aperte anche alle ditte estere. I lavori saranno effettuati da un consorzio di ditte legate economicamente alla FIAT. I lavori sulle varie tratte sono iniziati quando ancora non è finito, nel suo complesso, il progetto; p.e. il nodo fiorentino è ancora tutto da stabilire. Vengono distrutte incantevoli valli dell'Appennino Tosco-Emiliano sia per l'opera in se stessa sia per le opere collegate alla sua realizzazione: gallerie e strade di servizio, cantieri di ampie dimensioni con ingombranti infrastrutture per la preparazione del cemento; abbassamento delle falde acquifere per l'escavazione delle gallerie; aumento spropositato del traffico di automezzi pesanti per il trasporto del materiale edile. Vi saranno grossi insediamenti di manodopera (quasi esclusivamente di sesso maschile) che abbisognerà di una serie di servizi in un territorio non in grado di assorbirla specialmente per quel che riguarda i paesi appenninici. Ciò creerà una serie di attriti con la popolazione locale: il capitale per esercitare il potere continua ad utilizzare un metodo che si può sintetizzare col vecchio motto romano divide et impera.

Queste grandi opere non danno una risposta costante nel tempo al problema della disoccupazione; infatti quando l'opera sarà finita coloro che l'hanno costruita si ritroveranno senza lavoro; il personale necessario al funzionamento dell'opera è inferiore a quello che è servito per costruirla. I lavori tipo restauro di tutti i tipi, manutenzioni, trasporti pubblici locali, recupero e riciclaggio dei rifiuti producono occupazione stabile però, per il capitale, hanno il grosso difetto che non hanno bisogno di megainvestimenti e non danno grandi profitti. Le ditte si trovano con un ingente capitale immobilizzato in macchinari e quindi si costituiscono in gruppi di pressione che con sistemi più o meno legali costringono il potere politico ad una nuova tornata di opere pubbliche faraoniche con conseguente distruzione del territorio. Le calamità naturali causate dalla depredazione del territorio per l'accumulazione capitalistica sono all'ordine del giorno in Italia. Alcune imprese fanno lauti profitti disinquinando - a spese della comunità - ciò che altre imprese avevano inquinato per il loro tornaconto. L'ecologia è stata usata dal sistema capitalistico come ulteriore metodo di estrazione di profitto; invece per chi, come noi, non si riconosce in questo sistema economico, l'ecologia è un aspetto importante e irrinunciabile da analizzare e collocare nel conflitto di classe.

Paqua


Articolo da Alternativa Libertaria - febbraio 1997