PUNK'S NOT DEAD

 

"non avete mai ascoltato
una sola parola che ho detto,
mi avete sempre giudicato
dai vestiti che porto,
approfondite meglio il vostro interesse
dev'essere stato il colore dei capelli;
ora non credo più ai futuri
giorni migliori
Non ci saranno mai
Non credo in nulla...
"
P.I.L., Public Image 

Sono passati 20 anni dal mitico concerto del "Punk Rock Festival" al 100 Club (tempio del punk londinese) ma ancora il fenomeno resta vivo e vegeto, e in Germania è ancora il nemico pubblico numero uno.

Estate 96: come ogni anno si celebra ad Hannover e poi a Brema l'invasione dei punks provenienti da tutta l'Europa per la celebrazione dei Chaostage, i giorni del Caos, mettendo a ferro e a fuoco le città militarizzate da migliaia di poliziotti che impediscono il raduno.

Ma procediamo con ordine nella ricostruzione di questo fenomeno contraddittorio.

Siamo alla fine del 1976, il principale istigatore del punk è considerato Malcom McLaren che in una Londra ancora intrisa di spirito hippy mette in pratica i concetti appresi in America frequentando la scena artistica underground considerata particolarmente trasgressiva formata da gruppi quale Ramones, gli Stooges di Iggy Pop, e presenta nella sua boutique di King's Road le T-Shirt tagliate col coltello, giubbotti e pantaloni di pelle nera in stile sado-maso, le spille da balia al posto degli orecchini, i lucchetti tenuti al collo da una catena, la colorazione e il taglio dei capelli. Tutto ciò fa ribaltare il concetto estetico dominante ed assume il senso di una protesta negativa.

Ad un certo punto McLaren recluta tra i frequentatori del negozio quattro ragazzi della "Working Class" per farli suonare in un gruppo dal nome già di per sé provocatorio: i Sex Pistols. I quattro, che eseguono un genere musicale rozzo, violento e provocatorio, diventano il simbolo della nuova moda, specie dopo un episodio che fa scandalo. Il gruppo è ospite in una trasmissione della BBC in cui il cantante del gruppo, Johnny Rotten, lancia addosso al conduttore una valanga d'insulti, costringendo la BBC a sospendere la trasmissione. Il giorno dopo i giornali gridano allo scandalo prendendosela con i Sex Pistols e con la nuova moda punk che, a parer loro, sta corrompendo le nuove generazioni. Il gruppo, stuzzicato da McLaren, alza il tiro e pubblica un 45 giri particolarmente trasgressivo: "Anarchy in the U.K." (Anarchia nel Regno Unito).
Questa è la ricostruzione degli albori del punk fatta nel film "La grande truffa del rock'n'roll".

Resta il fatto che i Sex Pistols rappresentano il gruppo che meglio ha saputo incarnare lo spirito situazionista del punk e maestri nell'uso della propria immagine. I contratti firmati con le varie case discografiche e poi immediatamente rescissi per le estemporanee del gruppo, come il concerto sul Tamigi in onore del Giubileo della regina (God save the queen: Dio salvi la regina e che il regime fascista ha reso cretina) che si conclude con l'arresto della band non fa che accrescerne la fama.

L'epopea del gruppo dura meno di due anni; il tempo di scatenare la rivolta e lasciare la peggiore immagine dietro di sé e la morte del bassista del gruppo Sid Vicious che diventa così il primo grande martire punk.

Il termine punk che aveva in precedenza il generico significato di teppista assume anche quello di "pattumiera": insulto di cui i punks inglesi vanno fieri.

"Noi siamo i fiori della pattumiera, noi siamo il futuro, il vostro futuro, siamo la generazione che voi avete creato, gli eredi della civiltà del benessere che invece di cultura, solidarietà e amore, sa solo produrre rancore, guerre rifiuti. Certo, noi siamo marci dicono i punks, ma non vedete come tutto è marcio intorno a noi, siamo contro ogni tipo di tradizione che affondi le proprie radici nel passato, ma non siamo nemmeno proiettati verso il futuro."

Le regole per autodefinirsi punk sono poche e semplici: non obbedire a regole imposte, suonare musica veloce, aggressiva ad alto volume che esprime al meglio la disperazione e la rabbia di giovani che non hanno nulla da perdere. Il messaggio viene immediatamente recepito dai giovani dei quartieri degradati di Londra ma anche di Roma e Milano.
Questa in sintesi la filosofia che anima il fenomeno punk della prima generazione.

Ma l'onda punk sembra dilagare ; nascono gruppi, alcuni dei quali diventeranno famosi: i Clash, i Damned, gli Stranglers. Durante i concerti di queste formazioni viene inventato il tipico ballo punk: il "Pogo". Consiste nel saltare su e giù più freneticamente che si può; sono concerti grezzi e rabbiosi, espressioni istintive e incontaminate dell'urgenza di reagire. I brani, molti dei quali assunti ben presto al rango di inni generazionali, denunciano l'espressione di giovani stanchi di essere pedine, che pur sapendo come costruire, non hanno remore a tentare di distruggere il marcio che li circonda e li opprime. Senza avere a fuoco il bersaglio, certo, e senza i piedi per terra, ma con la forza di chi crede di essere nel giusto.

In Italia l'eco è molto forte. Comincia grazie al punk una rinascita del rock; i gruppi nascono e si moltiplicano in molte città e significativa è la scena punk bolognese e milanese. Nel 1979, mentre in Italia i giovani punk cominciano ad uscire dall'emarginazione e dal folklore, arrivano dall'estero le prime voci che annunciano la morte del culto dello shock e del rifiuto: i Clash firmano per una grossa casa discografica, scoprono l'impegno politico, le lotte popolari del Sud del mondo e la musica delle Americhe; i Crass scoprono l'anarchismo e le comuni agricole. Mentre accade tutto questo i punks italiano si trovano allo stadio di Firenze per il concerto di Patty Smith, la cantante e poetessa newyorchese definita la "sacerdotessa del punk". In questo periodo ha luogo, finalmente, la prima vera stagione punk italiana; la aprono i cosidetti "Festival del Rock italiano" che al di là della definizione sono soprattutto festival di gruppi punk; quindi Roma, Bologna, Milano sono teatri dei trionfi dei gruppi nostrani.

Nei primi anni ottanta, pur senza essere riuscito a diventare un fenomeno di massa, il culto punk si è ormai insinuato in profondità nell'immaginario giovanile, anche al di là delle classi sociali; è impossibile distinguere le provenienze: sono semplicemente punk.

Una menzione a parte spetta ai CCCP (gruppo romagnolo) che la critica musicale esalta come inedita versione di punk finalmente made in Italy, che suonano uno strano mix di rock duro e di liscio alla Raul Casadei che sa shockare in perfetto stile Sex Pistols. Se quest'ultimi usavano i simboli nazisti, i CCCP usano nei concerti e nelle copertine dei dischi immagini tratte dall'architettura e dall'arte sovietica, con tanto di falce e martello. I CCCP si disgregano sul finire dell'89, come tutto l'impero sovietico, e si tramuteranno, coscienti degli eventi storici in atto, in CSI Consorzio Suonatori Indipendenti.

Per tutti gli anni 80 e all'inizio dei 90 si potevano leggere sui muri delle nostre città scritte del tipo: punk's not dead cioè il punk non è morto.

Niente di più vero: abbiamo detto troppo eccessivo per essere adottato dalle grandi masse giovanili, dopo il suo momento di gloria, la "cultura del rifiuto" non si era estinta del tutto, continuava a dare segni di vita all'interno dei centri sociali e sul giradischi degli appassionati. In California, poi, era diventato quasi un genere musicale nazionale. Era cominciato con il mitico gruppo dei Germs: avevano preso il punk inglese e l'avevano velocizzato oltremisura, rendendolo ancora più rozzo e violento; ben presto uno stuolo di gruppi si affaccia sulla scena americana: i Black Flag, guidata del cantante Henry Rollins, che diventerà più tardi famoso come solista, gli X con la splendida voce di Exena Cervenka.

Ma anche sulla costa orientale degli USA esistono molti fermenti; è qui che nasce un genere di "hard-core punk" che viene successivamente ribattezzato "straight edge" che rappresenta, oltre ad una musica dura e senza fronzoli, un vero e proprio stile di vita, lontano anni luce dagli eccessi dei vecchi punk tossici ed alcoolizzati; non si beve, non si usa droga e tabacco e si è vegetariani e, per la prima volta, pacifisti e attenti alle questioni ambientali.

Sembrerebbe che questa nuova ondata sia mossa da buoni sentimenti. In Italia il suo punto di riferimento sono, come detto, i centri sociali poiché solo li è possibile ascoltare musica punk e assistere a concerti dei vari gruppi italiani e stranieri. Nel corso di queste serate il pubblico è composito; c'è chi si esalta ballando lo "slam-dancing" (una danza in cui più che ballare ci si spintona l'uno contro l'altro), c'è chi ascolta la musica compostamente, chi beve birra e fuma marijuana. Se si eccettuano questi pochi adepti "underground", bisogna aspettare il 1994 per assistere al trionfo del nuovo punk californiano; viene riversata l'attenzione su due gruppi: i Green Day di S. Francisco e gli Offspring di Los Angeles. Nel giro di pochi mesi succede che dei dischi punk entrano ai primi posti delle classifiche dei dischi di tutto mondo; il punk, la musica più ostica che sia stata inventata è uscita dai suoi ghetti per entrare nelle grazie delle grandi masse di teen-agers.

Sembravano scomparsi i motivi per essere punk del 1977: la ribellione, il nichilismo, il desiderio di shockare. Rimpiazzati dalla voglia di comunicare, stare insieme e di stordirsi di musica.

Il punk in Italia è nato molto legato alle ideologie anarchiche. Le prime cose che apparvero sul punk in realtà ne parlavano come di un nuovo movimento europeo, ma di fascisti perché portavano le svastiche. Poi invece apparvero un sacco di gruppettini punk molto legati però a quelli che erano i circoli anarchici e ad una frangia di Autonomia. Quindi, il punk in Italia, non è arrivato con quella carica dirompente della morte delle ideologie, ma di fatto è arrivato al servizio dell'ultima ideologia nata che era quella dell'Autonomia.

Gianrock2


Articolo da Alternativa Libertaria - febbraio 1997