i corridoi paneuropei
Chi lascia la via vecchia per la nuova...

 

Con la caduta del muro di Berlino nasce l'idea dei corridoi transeuropei, concepiti per facilitare i commerci tra i paesi dell'Unione Europea e le regioni del Mar Nero, del Caspio (regioni ricche di giacimenti petroliferi), e dell'Asia centrale. Questi corridoi non sono semplicemente un tracciato ma sono dei connettori globali per far passare, merci, persone, energia, telecomunicazioni. 

Gli interessi economici dei paesi europei non collimano con gli interessi statunitensi. Mentre gli europei nel corso di questi anni hanno privilegiato le vie di comunicazione, che passavano per il centro Europa per la continuità geografica, per ingenti investimenti di capitali in questi paesi e per antichi legami storici, gli americani anche per non perdere la leadership economica mondiale, tendono a privilegiare le vie comunicazione che attraversano zone con forte presenza islamica. 

Gli USA hanno sempre avuto dei forti legami sia con movimenti islamici, i quali hanno contribuito ad indebolire i paesi ad economia pianificata (guerra in Afghanistan, Cecenia, ecc), sia con i governi di nazioni con popolazione in grande maggioranza di fede islamica (Turchia, Arabia Saudita, Egitto) importanti per controllare il flusso energetico verso i paesi EU. Vi è stato il contrattempo dell'integralismo islamico non sempre le contraddizioni sono totalmente controllabili dal potere politico. 

I paesi dell'EU avevano ed hanno anche se oggi in misura minore notevoli rapporti economici con nazioni in cui la maggior parte della popolazione professa la religione cristiana ortodossa. In Serbia l'Italia aveva investito prima della guerra in Kossovo nell'industria attraverso la FIAT, e per le telecomunicazioni attraverso la TELECOM. La Germania ha fatto ingenti investimenti economici sia nella Russia che in Ucraina. Si sta sviluppando una forte alleanza anche tra Israele e al Turchia, ambedue stati finanziati abbondantemente dagli USA, per controllare nel Medio Oriente le fonti di approvvigionamento sia idrico (vedi le dighe sul Tigri e l'Eufrate), sia petrolifere. 

Divisioni religiose preesistenti sono state utilizzate e ampliate in funzione di precisi interessi economici (Ad esempio in tutti i paesi dell'area Balcanica i libri di storia scolastici sono stati riscritti esaltando l'etnia e la religione al potere ed incitando conseguentemente all'odio razziale verso le altre popolazioni). 

L'UE aveva originariamente previsto una rete di corridoi imperniata sull'asse Trieste, Lubiana, Budapest, Kiev (Corridoio n.5) integrato dalla bretella verso l'Adriatico (Budapest, Sarajevo, Ploce),sul corridoio n.4 che collegava Budapest al porto di Costanza sul Mar Nero attraverso la Bulgaria, sul corridoio n.7 costituito dal sistema fluviale Danubiano collegato mediante canali artificiali col sistema fluviale Renano, sul corridoio n.10 Budapest, Belgrado, Skopje, Salonicco. Le varie guerre avvenute nei Balcani hanno reso difficilmente praticabili questi corridoi (che passano attraverso zone instabili politicamente) ed hanno avvantaggiato gli USA che per ragioni strategiche (sono militarmente presenti nella zona grazie all'ultima guerra) preferiscono sviluppare il corridoio n.8 che va da Burgas (porto del Mar Nero), Sofia, Skopje, Durazzo. Mobil e Chevron (due delle sette sorelle) hanno interessi allo sviluppo di un oleodotto tra Burgas, Skopie, Valona mentre l'ENI puntava sull'asse Costanza Trieste e sull'uso delle raffinerie di Pancevo in Serbia bombardate e distrutte. 

La guerra è stata combattuta sia per affermare la supremazia politica militare degli USA rispetto all'Europa che con l'unione poteva diventare una potenza economica, sia per controllare i rifornimenti energetici. I popoli balcanici erano importanti soltanto perché, avendo storicamente grandi contraddizioni tra loro, potevano essere usati nello scontro politico ed economico tra diversi poteri capitalistici (la guerra è stata un recita a soggetto). E' inutile indignarsi per i massacri, i massacri fanno parte della logica della guerra, non esiste guerra senza massacri. Come affermava Von Clau… nel suo libro intitolato "Sulla Guerra" (testo base in tutte le accademie militari da quelle naziste a quelle del socialismo reale, a quelle dei paesi democratici): La guerra è il proseguimento della politica con altri mezzi, il cui scopo è quello di costringere l'avversario all'altrui volontà con ogni mezzo. In guerra non è concettualmente possibile un qualsiasi contenimento della violenza che non sia basato sui rapporti di forza. Durante la guerra il potere politico di Milosovic perseguitava la popolazione di etnia albanese, finita la guerra l'UCK con il benestare delle truppe alleate perseguita le popolazioni di etnia serba e rom. 

La ricostruzione non interessa sicuramente gli USA che anzi in una situazione di instabilità politica hanno il pretesto per lasciare un consistente contingente militare nella zona. L'Europa non ha sicuramente le possibilità economiche per un serio programma di ricostruzione, e gli stanziamenti economici che pervengono nella zona vengono, grazie anche ai vari governi balcanici corrotti (Albania, Montenegro, Macedonia), intercettati dalla criminalità internazionale (contrabbando di sigarette, immigrazione clandestina, commercio di droga e di armi).

Stefano Quaglia

da Alternativa Libertaria - gennaio 2000, giornale della FdCA